Vegolosi

Ecco 7 cibi che puoi iniziare a mangiare ora per salvare il Pianeta

Il nostro attuale sistema di produzione del cibo non solo è tra i maggiori responsabili della crisi climatica e dell’inquinamento, ma sta anche minando la biodiversità presente in intere aree di territorio devastate per far spazio alle monocolture e agli allevamenti intensivi. Sebbene in questo momento storico ingegneri e scienziati siano alla ricerca di soluzioni che ci aiutino a contenere i danni, anche se sembra difficile date le dimensioni del problema anche il singolo può e deve iniziare a mettere in atto un cambiamento a partire dalle sue abitudini alimentariIl cibo quindi, può essere una possibile chiave di volta per portare il nostro contributo alla salvaguardia della biodiversità: ma in che modo?
Secondo una ricerca datata 2019 e pubblicata da WWF in collaborazione con l’azienda Knorr, poi ripresa anche dal World Economic Forum, esiste una lista di 7 cibi che potrebbero rappresentare un ottimo strumento per mangiare in modo più sostenibile. La loro caratteristica in comune? Sono tutti cibi di origine vegetale. 

Lenticchie

Le lenticchie, denominate la “carne dei poveri” poiché ricche di vitamine, fibre, sali minerali e proteine, hanno un’impronta climatica 43 volte inferiore a quella della carne bovina. Le coltivazioni di legumi inoltre hanno la peculiarità di catturare l’azoto atmosferico e trasmutarlo in azoto minerale conferito direttamente nel suolo. In questo modo forniscono alle piante la sostanza di cui hanno bisogno per crescere direttamente dalla terra. E proprio lo scorso aprile in uno studio di Frontiers in Sustainable Food Systems è emerso che l’introduzione di legumi nelle rotazioni di cereali e semi oleosi in tre differenti zone climatiche europee, ha prodotto cibo a un costo ambientale inferiore rispetto alle rotazioni convenzionali, riducendo l’uso di fertilizzanti sintetici.

Alghe

Le alghe possono essere un alimento davvero saporito e salutare per il nostro organismo. Ne esistono di vari tipi come la nori (una delle più famose), la spirulina o ancora la wakame. Sono ricche di acidi grassi e antiossidanti e inoltre  si possono considerare un alimento a impatto zero per quanto riguarda l’anidride carbonica. La coltivazione delle alghe infatti è definita carbon-negative perché non genera emissioni di CO2 ma anzi, le alghe producendo energia chimica per fotosintesi generano ossigeno. Inoltre, poiché la loro coltivazione avviene per sospensione, consente un notevole risparmio di risorse idriche e di terra.

Fonio

Il fonio è un cereale appartenente alla famiglia delle graminacee caratterizzato da un leggero sapore di nocciola. È soprannominato “il raccolto del contadino pigro” perché è molto facile da coltivare e non richiede l’utilizzo di prodotti chimici che ne stimolino la crescita. Proveniente dall’Africa, impiega solo 60-70 giorni per maturare (circa due mesi e mezzo) permettendo ai produttori di avere fino a tre raccolti l’anno. Si può considerare un alimento a basso impatto ambientale perché richiede poca acqua (le sue radici possono ricercare la presenza di acqua o umidità fino alla profondità di tre metri), cresce bene anche in terreni aridi ed è resistente al clima secco e alla siccità. Inoltre non necessita di particolari trattamenti poiché la pianta autoproduce sostanze antiparassitarie.

Funghi

Esistono moltissime varietà di funghi e tra i più comuni che si possono utilizzare troviamo i porcini e i pleurotus. La loro peculiarità, e quello che li rende perfetti come cibo del futuro, è la possibilità di crescere dove molti vegetali non riescono a causa delle condizioni climatiche complesse. Si possono infatti trovare lungo le sponde dei fiumi, lungo i sentieri, nei boschi, in collina, negli orti, nei giardini e via dicendo. Il segreto? Risiede nel micelio ossia l’apparato che dà origine al fungo. Esso è formato da un intreccio di filamenti che si sviluppano sotto terra e quando affiora dal terreno saggia le condizioni atmosferiche per poi, se ottimali, permettere al fungo di crescere.

Okra

Probabilmente la si conosce più per la tonalità di colore tra il giallo e il marrone ma l’okra è anche una pianta edibile, e non una qualunque ma una delle verdure più resistenti al calore e alla siccità al mondo. Per questo motivo è coltivata prevalentemente in Africa poiché predilige luoghi tropicali o subtropicali, ma negli ultimi anni stanno nascendo delle coltivazioni anche in Italia, principalmente in Sicilia.

Spinaci 

Spuntino preferito di Braccio di ferro, gli spinaci sono ricchi di vitamina A, ferro (solo 50g di spinaci contengono 1,5mg di ferro!) e fitonutrienti e sono noti perché sono capaci di riportare in forze chi è stanco. Sono molto facili da coltivare e crescono rapidamente in luoghi freschi motivo per il quale sono tra i pochi ortaggi che, resistendo al freddo, permettono di sfruttare l’orto nei periodo meno favorevoliSi coltivano sia in orto che in balcone poiché non sviluppano radici molto profonde e un ulteriore vantaggio della loro coltivazione risiede nel fatto che se ne può consumare tutta la parte aerea senza generare scarti. 

Moringa

La moringa è una pianta perenne originaria del subcontinente indiano tra le più longeve e a crescita rapida. In Italia trova un clima favorevole nelle zone più calde della Sicilia e della Puglia dove stanno nascendo le prime coltivazioni. Viene definita “albero miracoloso” perché è estremamente resistente alla siccità; infatti riesce a crescere anche in condizioni molto proibitive (complice la facilità di adattarsi a terreni aridi e a trattenere liquidi e sostanze nutritive in caso di eccessiva carenza di acqua). È considerata uno dei cibi del futuro anche perché è interamente commestibile, ma per la nostra alimentazione vengono utilizzate in particolare le foglie. Ricca di vitamine e sali minerali, contiene anche aminoacidi, acidi grassi essenziali e antiossidanti naturali. In commercio la si può trovare come frutto (da essiccare e macinare), in polvere o in capsule da aggiungere come nutriente nei pasti o nei frullati e il suo sapore ricorda vagamente quello dei funghi.