Vegolosi

“Eating animals”: il documentario sul libro di Safran Foer è nelle sale

“Eating animals” è finalmente pronto per cambiare il nostro modo di alimentarci: ha debuttato infatti il 15 giugno scorso la trasposizione cinematografica di “Se niente importa – Perché mangiamo gli animali?”, il saggio più noto e acclamato dello scrittore americano Jonathan Safran Foer. Il documentario, prodotto e narrato dall’attrice e attivista vegana Natalie Portman e diretto dal regista Christopher Quinn, sta già facendo parlare di sé, anche se per ora è stato trasmesso solamente in alcune sale cinematografiche selezionate del nord America.

L’obiettivo del film non è far diventare tutti vegetariani o vegani

Un film che esplora il mondo della produzione degli alimenti di origine animale, senza però essere un inno al vegetarianesimo, come sottolinea anche il New York Times: non è forse un caso che né il regista né lo scrittore siano vegetariani o vegani, ma sostengano apertamente la necessità di un cambiamento radicale. L’intento del documentario è piuttosto quello di aprire le porte degli allevamenti intensivi, rendendo noto cosa si nasconde davvero dietro la produzione di alimenti di origine animale, ma anche la questione dello sfruttamento delle risorse del pianeta e dell’inquinamento atmosferico legati alla produzione di carne e derivati. Il tutto senza alcun tono polemico o accusatorio: il documentario descrive una realtà concreta e indiscutibile, lasciando però lo spettatore libero di scegliere come e cosa continuare a mangiare.

“Eating animals”: un documentario per cambiare prospettiva

“Leggere il libro di Jonathan Safran Foer mi ha aperto gli occhi – ha dichiarato Natalie Portman in un’intervista alla BBC – perché l’industria della carne è totalmente chiusa, non se ne può parlare e non è possibile andare oltre, sapere e vedere come la carne venga realmente prodotta. Negli Stati Uniti il 99% della carne proviene dagli allevamenti intensivi, ed è giusto sapere cosa si nasconde davvero dietro a queste realtà”.

Natalie Portman con il regista Christopher Quinn (a sinistra) e lo scrittore Jonathan Safran Foer

“Non è realistico pensare che tutte le persone cambino completamente il proprio modo di mangiare e di vivere – continua l’attrice – ma penso che tutti possano provare a ridurre il proprio consumo di carne, un giorno alla settimana e perfino un pasto al giorno. Ci sono tante alternative alla carne, come i prodotti di Beyond Meat o Impossible Burger, ma anche prodotti che sostituiscono latte e latticini.”

Gli allevatori non sono fieri di ciò che fanno e nascondono la verità

Definito dai media americani come “il documentario più importante della nostra epoca“, “Eating Animals” punta il dito su un aspetto importante: la produzione di carne e derivati, ma in generale dei prodotti animali, avviene sempre lontano dagli occhi dei consumatori, come una sorta di “ammissione di colpa” rispetto a una realtà troppo aberrante perché possa essere resa nota ai più. “Chiunque voglia sapere come viene prodotto un alimento – ha dichiarato infatti Safran Foer in un’intervista – ottiene le informazioni che gli servono senza problemi: se un giorno mi svegliassi e volessi entrare in una fabbrica di bagel, per esempio, nessuno avrebbe niente in contrario. Anzi, le persone sono fiere del proprio lavoro, non c’è niente da nascondere: vedere come qualcosa venga prodotto contribuisce alla sua autenticità, ma non c’è niente di autentico nella produzione di carne in America, oggi. Vogliono farci credere che quello degli allevatori sia un lavoro duro, che produce cibo benefico per la salute e assolutamente non dannoso per gli animali e l’ambiente, ma la verità è che si tratta invece di un sistema crudele, violento e distruttivo. Però credo che più se ne parli, più le persone conoscano la realtà degli allevamenti intensivi, meno vorranno supportarli e sostenerli” conclude.

Natalie Portman, voce narrante del documentario, insieme a Jonathan Safran Foer, autore del libro da cui il film è tratto

Anche il regista del documentario, Christopher Quinn, si dichiara d’accordo su questo punto fondamentale: “Viviamo nell’epoca dell’informazione, tutti devono sapere da dove proviene il cibo che mangiamo. Penso che la maggior parte delle persone guardi agli allevamenti come qualcosa di sgradevole, quello che accade lì dentro è difficile da vedere e sostenere, ma la loro esistenza è innegabile: tutti devono sapere e questa è l’unica strada percorribile”.

Al momento, non ci sono ancora notizie attendibili sulla distribuzione del film in Europa.