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Cani e gatti: e se mangiassero carne coltivata? Un’azienda USA la produrrà entro fine anno

Mentre la carne coltivata in laboratorio per il consumo umano è già una realtà in diversi paesi, come Singapore e Tel Aviv, c’è chi sta lavorando per trovare validi sostituti agli attuali mangimi per cane e gatto, che hanno un considerevole impatto ambientale e dipendono dall’uccisione di migliaia di animali.

Pioniera delle alternative al cibo degli animali domestici costituito da prodotti di origine animale, è Because, Animals, un’azienda con sede a Philadelphia che sta lavorando allo sviluppo di alimenti per animali, utilizzando la tecnologia basata sulla coltivazione delle cellule animali. Da diversi anni, l’azienda statunitense lavora per garantire a cani e gatti “cibo più sano e sostenibile, che non danneggia l’ambiente e gli animali”.

Un mangime alleato dell’ambiente e degli animali

Fondata da Shannon Falconer Joshua Errett, microbiologi della Stanford University, conosciutisi facendo volontariato presso lo stesso gattile a Toronto, l’azienda garantisce che la sua carne coltivata sarà identica a quella tradizionale: “Si tratta di carne al 100%, l’unica differenza è che le cellule animali cresceranno all’interno di un fermentatore e non all’interno di un animale“. I suoi prodotti, inoltre, “non dipenderanno da nessun animale allevato in modo disumano” e non causeranno danni ambientali e spreco di risorse. Per i fondatori dell’azienda, inoltre, la coltura cellulare “non presenta rischi per gli animali allevati e la salute pubblica, in termini di contaminazione batterica, resistenza agli antibiotici e diffusione di malattie zoonotiche, come l’attuale Covid-19″.

La fondatrice Shannon Falconer insieme ad uno scienziato nel laboratorio di Because, Animals.

I prodotti ci sono già?

Because Animals ha lanciato nel 2018 il primo alimento per animali da compagnia a base di carne coltivata al mondo, costituito da tessuto cellulare di topo. Questo prodotto non ha richiesto l’impiego di antibiotici, di ormoni della crescita e del controverso siero fetale bovino (FBS), sangue estratto da una mucca gravida che prevede l’uccisione dell’animale, su cui fanno ancora affidamento diverse aziende per la produzione di carne coltivata. Ad assaggiare il primo prototipo – che non è ancora in commercio – è stato Frankie, il gatto di Joshua Erret, che è così diventato il primo animale domestico ad aver mangiato carne coltivata in laboratorio.

Frankie: il primo gatto al mondo a mangiare carne coltivata in laboratorio. Foto: Because, Animals.

Nel 2019, invece, è stato presentato – ed è in vendita – “noochies“, un biscotto biologico per cani a base di lievito alimentare coltivato, che fornisce vitamine del gruppo B e proteine. Il prodotto è attualmente venduto tramite il sito ufficiale dell’azienda, la quale ha specificato che tutti gli alimenti in commercio vengono confezionati con un packaging ecologico. L’obiettivo di Because, Animals, in ogni caso, è la creazione di un’intera linea di alimenti per animali domestici a base di carne coltivata, che intende lanciare entro la fine di quest’anno.

Una questione aperta

La carne coltivata in laboratorio ha già acceso dibattiti. Per esempio, secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Sustainable Food System, nel lungo periodo, se non si agisce al fine di accelerare una transizione su larga scala verso un sistema energetico decarbonizzato in questo settore, l’adozione di particolari forme di carne coltivata potrebbe contribuire ad aggravare la crisi climatica.

La coltura cellulare ha sollevato anche questioni che hanno imposto una riflessione etica che, per esempio, ha visto coinvolto il filosofo Leonardo Caffo, il quale ha espresso la sua visione sul tema della carne coltivata in laboratorio, definendola un “estremo paradosso“.