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Pulizie ecologiche: sfatiamo i miti più comuni insieme ad una chimica

In un mondo sempre più sommerso dalla plastica e dai detersivi inquinanti, è arrivato il momento di scegliere le pulizie ecologiche, un modo di prendersi cura della casa che strizza l’occhio ai “rimedi della nonna” e che prevede l’impiego di prodotti naturali e non inquinanti (almeno in teoria), che tutti abbiamo in casa. Le ricette e i consigli per il fai da te si sprecano sul web, ma sono tutti validi ed efficaci? Lo abbiamo chiesto a Sara Alberghini, laureata in chimica e fondatrice del blog Mammachimica, sul quale dispensa consigli “scientificamente corretti” sul tema della cosmesi e della pulizia ecologica.

Partiamo dalle basi: cosa si intende per “detersivi ecologici”?

È importante premettere che tutti i prodotti per la casa devono sottostare a un Regolamento Europeo: devono rispettare un limite minimo di biodegradabilità e deve essere segnalata la loro tossicità per gli organismi acquatici o la pericolosità per l’uomo. Detto questo, in commercio ce ne sono comunque di più ecologici di altri, per vari motivi:

In commercio si trovano molti detersivi “eco”, ma lo sono davvero? Come possiamo riconoscerli?

Purtroppo non sempre i detersivi denominati “eco”, “green” o “bio” sono davvero sostenibili e poco impattanti sull’ambiente. Il problema è che non è stata ancora normata bene la dicitura che si può scrivere sul flacone e spesso c’è qualche “eco-furbo” che se ne approfitta. Per essere certi che la formulazione rispetti davvero l’ambiente bisogna studiare e analizzare la lista degli ingredienti. Non si trova nell’etichetta, ma deve essere fornita per legge dal produttore in un sito web indicato. Grazie all’immenso lavoro scientifico, competente e gratuito di Fabrizio Zago (il massimo esperto nel settore della detergenza ecosostenibile), è possibile passare la lista degli ingredienti di un detersivo al suo Ecobiocontrol e scoprire così che tipo di impatto avrà quella sostanza. Dopodiché ognuno potrà fare una scelta di acquisto consapevole. In commercio ci sono ottimi prodotti, davvero ecologici e di ditte serie italiane, oltre ai già citati prodotti marchiati Ecolabel: un compromesso tra sostenibilità ed efficacia calcolata scientificamente.

Parliamo ora del fai da te: i detersivi fatti in casa funzionano realmente?

Sì, se contengono gli ingredienti giusti! Bisogna però usare le sostanze chimiche adatte, scegliendole con criterio in base alla funzione che dovranno avere (igienizzante, sgrassante o anticalcare, per esempio). Gli ingredienti giusti si trovano facilmente in commercio e a prezzi bassi,
il problema è che sul web circolano tantissime ricette inutili e a volte anche pericolose (per le persone e per gli elettrodomestici) che utilizzano ingredienti scelti a caso, senza un vero criterio. La chimica è una scienza esatta ed è un’ottima alleata delle pulizie ecologiche.

Il bicarbonato sembra adatto a qualsiasi tipo di pulizia: è davvero così o ci sono dei miti da sfatare a riguardo?

Non è così. Il bicarbonato ha tante buone proprietà ma non lava, non sgrassa, non toglie il calcare, non ammorbidisce e non igienizza. Non lo dico io, ma la chimica! È una molecola che non ha queste proprietà. Purtroppo è un mito difficile fa sfatare e non ho mai capito il perché. Sul mio blog ho dedicato un intero articolo al bicarbonato e ai suoi utilizzi.

Aceto come anti calcare: è la scelta migliore?

Assolutamente no! La scelta migliore e davvero ecologica è l’acido citrico. L’aceto (bio, di mele, di vino o di qualsiasi altra cosa) è costituito da circa il 5% di acido acetico e quindi chimicamente può sciogliere il calcare, come tutti gli acidi. Ma l’aceto è inquinante, ben 53 volte più dell’acido citrico, e anche questo non lo dico io, ma la scienza. Ci sono i dati scientifici. In soldoni: per “neutralizzare” un 1% di acido acetico mi servono 1667 litri di acqua, dopo questa diluizione gli organismi acquatici non avranno nessun problema né di natura acuta né cronica. Se consideriamo adesso l’acido citrico, la quantità di acqua necessaria è pari a 31,3 litri, cioè 53 volte meno impattante rispetto all’aceto. Inoltre quest’ultimo è molto più corrosivo del citrico nei confronti dei metalli e quindi dei nostri elettrodomestici o dei lavelli in acciaio. Infatti i test ufficiali per stabilire la qualità o meno di un acciaio inox prevedono proprio l’utilizzo di acido acetico. Infine l’aceto è un alimento, non mi sembra etico sprecarlo per pulire. Per approfondire, vi invito a leggere il mio articolo sull’acido citrico e i suoi impieghi.

Bicarbonato di sodio e carbonato di sodio: quale scegliere e perché?

Dipende da cosa ci dobbiamo fare, sono due molecole diverse e quindi con proprietà chimiche diverse. Come deodorante personale il bicarbonato di sodio è ottimo ed efficace, mentre non serve a molto per pulire casa. Per potenziare il detersivo o preparare uno sgrassatore serve invece il carbonato di sodio (o soda solvay), una sostanza alcalina che disgrega i grassi, da usare quindi sempre con i guanti.

Sapone di Marsiglia: è da considerarsi un buon prodotto base per realizzare detergenti per la persona e per la casa?

Il sapone tipo Marsiglia (e qualsiasi altra saponetta in commercio) è alcalino, ha un pH 9 – a volte anche 10 – quindi molto diverso da quello della nostra pelle, sulla quale risulta quindi molto sgrassante. Ognuno è libero di lavarsi come vuole, ci mancherebbe, ma usando il sapone di Marsiglia dovete essere consapevoli che poi la pelle dovrà fare comunque uno sforzo per tornare al pH normale, attorno a 5,5-6. Di certo la saponetta non va mai usata sui capelli, se si vuole che diventino brutti come stoppa: i capelli a quel pH si rovinano, diventano opachi e fragili. Spesso infatti il sapone si usa per radersi, per far scivolare meglio la lama: l’alcalinità del sapone (o della schiuma da barba) apre il pelo, gonfiandolo, e ne riduce la consistenza, così che venga tagliato meglio e più facilmente. La stessa cosa succederà ai capelli.
Per quanto riguarda invece i prodotti per la pulizia della casa, c’è da considerare che il sapone tipo Marsiglia ha un potere lavante piuttosto basso, quindi è certamente ottimo per pretrattare le macchie sui panni oppure come antischiuma nel detersivi fai da te. Ma di certo messo da solo in lavatrice, con tutta l’acqua necessaria per il lavaggio, non lava niente. Anzi, rischia di ingrigire molto il bucato, a causa dei sali insolubili che forma con i sali di calcio e magnesio contenuti nell’acqua e che si depositeranno sui panni.

Anche il limone è particolarmente in voga quando si parla di pulizie ecologiche. È davvero un alleato così valido? Come possiamo utilizzarlo al meglio?

Il limone non serve nelle pulizie: nel suo succo c’è al massimo il 3% di acido citrico, per fare uno scioglicalcare efficace se ne dovrebbe utilizzare tantissimo! Non ha senso usarlo, meglio optare per l’acido citrico. Inoltre, molti ci fanno intrugli assurdi, con il rischio di ottenere una soluzione che intasa il filtro della lavastoviglie o della lavatrice e che marcisce facilmente. Mangiare o bere il succo di limone è l’unico modo per utilizzarlo al meglio, per quanto mi riguarda.

Aceto e bicarbonato sembrano un’accoppiata vincente per moltissime pulizie, è così?

No. L’aceto contiene un acido, il bicarbonato di sodio è una base debole. Se si uniscono tra loro reagiranno, formando anidride carbonica (che vola via) e acetato di sodio, un sale che non lava, non sgrassa, non igienizza. Un’accoppiata inutile, quindi!

Parliamo di cosmesi: quali sono i prodotti migliori e quelli assolutamente da evitare in ottica “eco”e home made?

Ci tengo a sottolineare fortemente che l’autoproduzione di cosmetici è molto più complessa rispetto a quella dei detersivi per la casa e per il bucato. Bisogna stare molto, molto attenti alla loro conservazione e alle sostanze che si utilizzano, perché andranno a contatto con la pelle. Faccio un esempio: per la conservazione di un detersivo posso giocare sul pH estremo, ma ovviamente un pH estremo non potrà mai essere presente in una crema o in uno shampoo. Quindi è ancora più importante affidarsi a ricette e blog di persone preparate per creare dei cosmetici, altrimenti il rischio è di bruciarsi la pelle con acidi troppo concentrati oppure intossicarsi con oli essenziali impiegati a caso, solo perché sono naturali. In giro ho visto ricette di solari “home made” davvero assurde e senza alcuna base scientifica, niente di più pericoloso! Con gli UV non si scherza, si rischiano danni molto seri.

Per quanto riguarda i prodotti in commercio, oggi come oggi c’è davvero una grande scelta di cosmetici davvero ecologici. Ci sono molte ditte serie, che non solo utilizzano materie prime sostenibili, ma puntano anche a rendere sostenibile l’intero processo e la loro azienda, anche a prezzi comparabili a quelli dei prodotti solitamente pubblicizzati. Per verificare se la composizione chimica di un cosmetico è davvero ecologica, anche qui bisogna studiare e consultare l’Ecobiocontrol e fare così scelte consapevoli. Non dimentichiamo che ogni cosmetico in commercio non è dannoso o tossico, perché deve sottostare a un regolamento europeo che impone limiti e restrizioni alle varie sostanze, però nel regolamento non è prevista, per esempio, la valutazione dell’ingrediente sotto il profilo ambientale (nei detergenti per la casa sì, invece). Inoltre molte sostanze ammesse sono ancora sotto studio, perché magari in alcuni casi hanno dato reazioni particolari o sono state ritrovate nel sangue (e questo non deve succedere, perché il cosmetico non è un farmaco, deve rimanere sulla pelle e non entrare in circolo nell’organismo).

Vorrei anche farvi riflettere su questo: ci sono più di 20.000 sostanze che possono esser impiegate in cosmetica. Tra i tantissimi conservanti, addolcenti, idratanti, ecc. perché non scegliere quelli più eco e meno problematici? Un esempio per tutti: imidazolidinyl urea, diazolidinyl urea, DMDM hydantoin, sodium hydroxymethylglycinate, 2-Br-2 nitropropene-1,3 diol: sono tutti dei conservanti ammessi dal Regolamento, “cessori” di formaldeide. La formaldeide è un cancerogeno accertato come l’amianto (CMR categoria 1). Questi prodotti rilasciano sempre un po’ di formaldeide che uccide i batteri e si consuma. Dopodiché si decompongono per ripristinare l’equilibrio cedendo altra formaldeide. Ma perché mai dovrei scegliere un prodotto con questo conservante, dato che le ditte ne avrebbero a disposizione moltissimi altri meno problematici Insomma, per avere una visione scientifica e obiettiva di cosa c’è davvero in un cosmetico bisogna analizzare il suo INCI, cioè la sua lista di ingredienti e poi provare sulla nostra pelle… Siamo tutti diversi, non è detto che una crema, anche ecobio e ben formulata, ci soddisfi a tutti nello stesso modo. Inoltre vorrei invitare i lettori a non farsi influenzare dal simbolino del coniglietto riportato spesso in etichetta come garanzia di un prodotto non testato sugli animali. Il punto è che tutti i cosmetici, per legge, non devono essere testati in questo modo, lo prevede l’articolo n° 18, del Regolamento CE 1223/2009, della EU. Quindi scrivere “non testato su animali” è come dire che “l’acqua usata in quel cosmetico è bagnata”. Non è un valore aggiunto di quel particolare prodotto o azienda, è una cosa ovvia!

La cosmesi zero waste è un argomento sempre più in voga, ci puoi consigliare qualche prodotto adatto? Per esempio, non si parla mai di igiene intima: si può utilizzare il sapone di Marsiglia o Aleppo?

No, non va bene il sapone tipo Marsiglia come detergente intimo. Non sono un medico, ma in zone così delicate non è adatto un pH così alcalino, a meno che non si presentino situazioni particolari (come la candida per esempio), e comunque il pH del sapone di Marsiglia sarebbe troppo alto.
Il sapone di Aleppo non lo userei anche per un altro motivo: è un comunissimo sapone tipo Marsiglia, cioè un sale sodico ottenuto dalla reazione tra oli o grassi e idrossido di sodio. Con l’aggravante che utilizza l’olio di semi di alloro che è uno sostanza proibita in cosmetica, cioè non può essere utilizzata in Europa perché tossica. Ovviamente se il sapone è stato fatto ad Aleppo può tranquillamente essere importato e venduto in Europa, ma significa che in Siria qualche operaio ha maneggiato tutto il giorno questa sostanza tossica… Io non me la sento di avere sulla coscienza questi lavoratori solo perché il sapone di Aleppo va “di moda”. Posso però indicarvi due prodotti davvero a zero rifiuti: il bicarbonato di sodio come deodorante e l’acido citrico come balsamo, efficaci, ecologici ed economicissimi.

Prodotti migliori per le pulizie ecologiche: consigli pratici.

Oltre a quelli commerciali di ditte serie italiane, quelli certificati Ecobiocontrol o gli Ecolabel, ci si può cimentare nel fai da te. Non sono poi tanti i prodotti che davvero servono per le pulizie, è la pubblicità che vuol farci credere che ci serve uno specifico prodotto per ogni cosa.
Leggendo il sito o la pagina Facebook di Mammachimica, vi accorgerete che basta un buon detersivo per i piatti e della cenere del camino per avere lo sgrassatore perfetto ed ecologico, oppure che con una soluzione di acido citrico in acqua non dovrete più acquistare almeno 3 prodotti, che salgono a 5 se ci aggiungete un po’ di detersivo piatti e a 6 contando il balsamo per capelli.
Sottolineo anche che le “palle” lavanti o le noci del sapone non sono rimedi ecologici per le pulizie, anzi, non lavano proprio. Ci sono i test di lavaggio che lo provano, realizzati anche da importanti associazioni di consumatori.