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Gorgona, sull’isola carcere toscana chiude il macello: in salvo 588 animali

Era il 2016 quando ai microfoni di Vegolosi.it, Marco Verdone medico veterinario che ha lavorato per circa 25 anni nel carcere dell’isola di Gorgona, raccontava della riapertura sull’isola del macello chiuso negli anni ’90 proprio dopo il suo arrivo. In questo primo mese del nuovo decennio, eccoci a dare una bellissima notizia: il macello chiuderà di nuovo le porte e Gorgona tornerà ad essere un’isola carceraria “dei diritti e modello di convivenza tra uomini e animali”.

A darne notizia è la LAV, Lega Anti Vivisezione, fra i firmatari del protocollo di intesa insieme al Comune di Livorno e alla casa circondariale. “Dopo anni di petizioni, manifestazioni, un appello firmato da personaggi quali Stefano Rodotà, Erri De Luca, Licia Colò, Susanna Tamaro ed ex detenuti, si riapre la pagina della convivenza solidale fra umani e animali sull’isola-carcere di Gorgona”.

Marco Verdone con uno degli animali dell’isola di Gorgona

Che cosa succederà ora?

In breve la Lav in un comunicato stampa diramato attraverso il suo sito web, spiega che cosa accadrà sulla più piccola isola dell’Arcipelago Toscano:

“Gli animali non saranno più macchine”

“Finalmente si riesce a concretizzare un sogno che era stato improvvidamente interrotto nel 2015, un’esperienza relazionale di convivenza solidale, un vero e proprio laboratorio di buone pratiche di relazione nonviolente umano-animale che rappresenteranno anche un’occasione di riscatto e formazione lavorativa per i detenuti, in una delle più belle isole del mar Tirreno – ha detto Gianluca Felicetti, Presidente LAVgli animali a Gorgona non saranno più considerati macchine ma amici, mediatori e cooperatori della rieducazione, esseri viventi che da oggi hanno nuovamente un futuro”.

Anche lo stesso Verdone ha espresso la sua soddisfazione per l’esito della vicenda: “Oggi si è aggiunta un’altra pagina di Storia nel lungo e travagliato percorso che ha condotto alla chiusura definitiva di un luogo di sofferenza e morte. Tutto questo grazie a un direttore del carcere illuminato, un garante attento alle istanze anche dei reclusi non umani, un’amministrazione comunale disponibile, un’università come Milano Bicocca scientificamente puntuale, un’associazione come la Lav perseverante e competente e a una vastissima comunità civile che ha sostenuto da anni questo benedetto cambiamento. Un’altra pagina è stata scritta e un’altra è stata voltata. Un grazie sincero a chi non ha mai smesso di crederci.”