Vegolosi

Caccia alle balene: la carne è per gli animali da pelliccia

C’è una connessione tra caccia alle balene e produzione di pellicce. Lo dimostrano recenti indagini della Environmental Investigation Agency (EIA) e dell’Animal Welfare Institute (AWI), che hanno scoperto come la carne di balena cacciata nel 2014 dalla Norvegia sia stata quasi interamente utilizzata per alimentare gli animali allevati nelle industrie di pelliccia. Si calcola che negli ultimi due anni questo paese abbia ucciso più balene del Giappone e dell’Islanda insieme – arrivando a 1396 esemplari – e che 113 tonnellate della loro carne siano state utilizzate quasi totalmente dalla più grande industria di pellicce del paese, la Rogaland Pelsdyrfôrlaget.

Sappiamo che da anni la caccia a questi animali suscita proteste dal mondo animalista, ma nonostante ciò paesi come Giappone, Norvegia e Islanda continuano il massacro di migliaia di cetacei in nome della ricerca scientifica. Eppure, non esistono documenti che la avvalorino in quanto tale. Il sospetto è che dietro a questa caccia si nasconda in realtà una forte richiesta di carne di balena in tutto il mondo.

Come se ciò non bastasse, la connessione con l’allevamento di animali da pelliccia rende il tutto ancora più inaccettabile. L’allevamento per la produzione di pellicce è certamente tra i più crudeli e spietati in assoluto; animali come volpi, cincillà, cani e conigli vengono ammassati in piccolissime gabbie e uccisi con metodi estremamente dolorosi, tra i quali l’elettrocuzione anale, per preservarne la pelliccia.

Susan Millward, direttore esecutivo di AWI, ha commentato affermando che l’uccisione di animali senzienti per supportare l’industria della pellicceria è quanto di più spietato e crudele l’uomo possa fare e non può trovare posto in un mondo civilizzato. “La Norvegia – ha sottolineato – non è legittimata a cacciare questi splendidi animali, è una crudeltà ingiustificabile”.

A questo proposito anche Peta.uk ha lanciato una petizione per scrivere al primo ministro norvegese e fermare questo massacro.

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Laura Di Cintio