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Feto danneggiato dalla dieta vegana? SSNV: “Allarmismo ingiustificato”

Un nuovo attacco (infondato) alla dieta vegana, questa volta nei confronti delle donne in gravidanza che scelgano un’alimentazione 100% vegetale. Le accuse, diffuse da più testate giornalistiche differenti nei giorni scorsi, fanno riferimento ai dati raccolti dallo screening neonatale esteso per la diagnosi precoce delle malattie rare nei neonati  del periodo tra 2015 e 2016 – realizzato dagli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e dell’Ospedale Meyer di Firenze e diffuso dalla Società Simmesn, che si occupa dello studio delle malattie metaboliche ereditarie e di screening neonatale. Quello che emerge è la possibilità di provocare danni neurologici permanenti nel feto a causa della carenza di Vitamina B12, attribuita anche a quelli (come la dieta vegan) che vengono definiti “regimi alimentari sbagliati”.

Secondo i dati raccolti, i casi di deficit di questa vitamina sarebbero triplicati nel periodo di tempo esaminato, e gli esperti, che pur ammettendo di essere di fronte a un numero di casi molto basso e a una malattia comunque rara (un neonato su quattromila), affermano che sia “la crescita del fenomeno a destare allarme”.

SSNV: “Terrorismo psicologico e allarmismo ingiustificato”

Qual è la posizione della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV) in merito a queste accuse? “Di questo studio – afferma la dottoressa Luciana Baroni, Presidente SSNV – sono stati divulgati risultati preliminari che sembrano almeno in parte non corretti: non è infatti stata rilevata la dieta di tutte le madri dei bambini, quindi ci sono casi di neonati per i quali non è nota la dieta della madre, che siano carenti o meno. Ci sono anche casi di bambini figli di madri vegetariane che non sono in carenza, in quanto la madre seguiva una dieta completa, e casi di figli di madri onnivore che invece sono in carenza“.

“Come al solito – continua – la notizia serve solo per attaccare la dieta vegetariana, non per fare corretta informazione”. La vera notizia da diffondere, secondo la dottoressa Baroni, è che “anche le madri onnivore possono non avere nel sangue livelli di B12 adeguati per il loro piccolo, che nascerà carente“. Bisogna infatti segnalare che questo fenomeno era già stato analizzato in una metanalisi del 2016, dalla quale era emerso che la carenza di Vitamina B12 in gravidanza è comune anche nelle donne onnivore, e che le concentrazioni ematiche di questa vitamina si riducono dal primo al terzo trimestre di gravidanza, in tutte le donne incinte, indipendentemente dalla dieta seguita.

Questo, in realtà, non basta: come affermano gli esperti di SSNV, infatti, la possibilità di incorrere in una carenza di Vitamina B12 per gli onnivori è molto elevata, indipendentemente dall’età. Un articolo pubblicato dal dipartimento per l’agricoltura del governo USA, che risale al 2000, riporta infatti che circa il 40% degli onnivori ha livelli bassi di vitamina B12, sulla base di uno studio svolto su 3.000 persone, dai 26 agli 83 anni. “Nel frattempo, però, nuovi studi hanno individuato livelli ottimali per la vitamina B12 molto più alti – affermano gli esperti – il che significa che gli onnivori con B12 troppo bassa sono probabilmente ben oltre il 50%“. Tra le cause di carenza individuate, difetti di assorbimento e l’uso di farmaci che interferiscono con l’assorbimento di questa vitamina.

Vitamina B12: integrazione indispensabile

La questione, quindi, tra qualche anno potrebbe essere ribaltata: vegetariani e vegani sono informati della necessità di integrare la B12, ma non altrettanto si può dire degli onnivori, che anzi vengono convinti che grazie alla presenza di cibi animali nella propria dieta, sarebbero immuni dalla carenza. “Si arriverà al paradosso che la carenza di B12 sarà meno diffusa nei vegetariani e vegani (informati e che integrano correttamente) che negli onnivori (convinti di non avere il problema)” dichiarano gli esperti di SSNV.

Non bisogna comunque dimenticare che l’integrazione di Vitamina B12 è fondamentale per chi segua una dieta a base vegetale, tanto che i medici di SSNV raccomandano “a tutti i vegetariani (sia latto-ovo che vegani) di integrare la vitamina B12 nel corso di tutta la vita e questa è una raccomandazione da seguire tanto più in gravidanza”.  Il vero problema, in ogni caso, non è l’alimentazione: “Qualsiasi dieta può essere condotta bene o male – afferma il dr. Mario Berveglieri, pediatra specialista in Scienza dell’alimentazione – In particolare, la latto-ovo-vegetariana e la vegana sono diete complete e questo significa che sono in grado di fornire tutti i nutrienti necessari all’organismo. Questo perché comprendono per definizione il consumo di cibi di tutti i gruppi alimentari presenti in una dieta vegetariana, quali verdura e frutta, cereali integrali, legumi, semi oleaginosi e frutta secca, olio, e le necessarie integrazioni (vitamina B12 e vitamina D, che non dipende dall’alimentazione, ma dall’esposizione alla luce solare, e in alcuni casi DHA)”.

Risulta essenziale, secondo il dottor Berveglieri, informarsi e affidarsi a professionisti competenti evitando di limitarsi semplicemente a eliminare gli alimenti di origine animale dalla dieta, senza adottare l’inclusione di un’ampia varietà di cibi vegetali e dei nutrienti critici sopra citati. “Ma, nell’interesse di tutta la popolazione, gli allarmismi vanno evitati – conclude – e non deve passare il concetto che i vegetariani rischiano la carenza e gli onnivori no, questo rappresenta un grave rischio soprattutto per la salute degli onnivori“.

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