Vegolosi

Europa approva gli insetti a tavola: “Un chilo di grilli come 6 Big Mac”

Nel 2018 si storce ancora il naso per il cibo vegano ma non per il possibile arrivo degli insetti nei supermercati. Di norma cambiare paradigma e uscire dal seminato non è certo facile, ma a quanto pare si è più propensi a trovare animali nuovi da mangiare che a optare per una cucina vegetale. Infatti, l’Unione Europea per il nuovo anno ha dato il via al regolamento sul novel food rendendo legale il commercio degli insetti come cibo. L’accordo è stato approvato con 359 sì, 202 no e 127 astenuti.

Lo stralcio del regolamento europeo che affronta la questione “insetti a tavola”

Davanti a questa nuova realtà il Centro per lo sviluppo sostenibile della Società Umanitaria, sotto la guida del presidente Andrea Mascaretti e in collaborazione con un team di sociologi e docenti dell’università Iulm, ha deciso di fare un’indagine per capire come la pensano gli italiani. Tra gli intervistati il 47% si è dimostrato favorevole al commercio degli insetti, il 28% è disposto a mangiarli e il 5% dichiara di essere disposto a mangiarli ma solo se non sono visibili. Pochissimi, però, i favorevoli alla possibilità di mangiare insetti interi, secondo quanto emerso da una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) citata dal sito di Coldiretti che ha effettuato dei test di degustazione coinvolgendo dei volontari. Maggiore disponibilità al consumo di prodotti che contengono, invece, insetti nel preparato (come ad esempio farina di grilli o pasta con farina di larve).

Ma cosa ha reso necessario introdurre gli insetti nella nostra alimentazione? Secondo i dati del FAO relativi al 2014 (Conference Insects to Feed the World) tra qualche anno risulterà difficile produrre cibo per tutta la popolazione in continua crescita: entro il 2030 infatti, secondo le stime, verranno consumate 39 milioni di tonnelate di carne e gli allevamenti non basteranno più, ed entro il 2050 la produzione mondiale di cibo dovrà aumentare di circa il 70%.

Una caccia di nuove risorse alimentari si rende necessaria, quindi. I ricercatori trovano negli insetti la soluzione al problema: questi esseri viventi risultano essere particolarmente ricchi di proteine, grassi essenziali, e fibre, inoltre dal punto di vista calorico un chilo di cavallette, ad esempio, equivale a sei Big Mac. In questo scenario uno dei punti fondamentali che interessa i ricercatori e i possibili produttori, risiede nelle risorse per allevarli: si riscontra, infatti, un abbattimento dei costi in termini di consumo di acqua, terreno e gas serra, a differenza dei grandi consumi derivanti dall’allevamento degli animali  chiamati “da reddito”. Questa logica viene applicata anche al tema dell’alimentazione per gli animali negli allevamenti. E’ stata proprio la FAO a spiegare i vantaggi di una possibile scelta per ambiente e sicurezza alimentare.

Solo una questione di cultura, in verità; non sono pochi, infatti, i paesi nei quali già si consumano insetti, soprattutto per una questione economica: il business si concentra soprattutto in Asia e Africa, dove il consumo di questi alimenti è una tradizione culinaria assodata. Sono circa 2000 le specie di insetti considerate commestibili in questa parte di mondo. Questa novità avrà la stessa fortuna anche in Italia? Quali saranno le conseguenze? Ancora una volta si cerca la strada più facile a discapito di altri esseri viventi? All’interno di questo quadro, al momento, ci sono ancora tante domande.