Vegolosi

Crudeli e nocive, contro le pellicce arrivano le maschere antigas

Simboli di crudeltà verso gli animali, ma anche capi pericolosi per l’uomo. Le pellicce tornano protagoniste delle proteste organizzate in occasione delle settimane della moda mondiali. L’ultima è andata in scena la scorsa settimana a Londra, con tanto di maschere antigas. Una manifestazione organizzata per rendere noto che nell’indossare pellicce si può incorrere in malattie causate dalle sostanze chimiche che vengono impiegate nella lavorazione dei capi.

Recenti studi condotti in Germania hanno documentato che nelle pellicce sono presenti sostanze chimiche cancerogene, spesso utilizzate per evitare la decomposizione delle pellicce stesse.

I test sono stati effettuati su pellicce di procione e pelliccia di coyote e hanno rivelato che contengono grandi quantità di sostanze tossiche, in particolare formaldeide, che può causare reazioni allergiche ed è considerata una sostanza cancerogena. Altro buon motivo per non utilizzare le pellicce come capo di abbigliamento, hanno ricordato gli attivisti, è ovviamente la crudeltà inflitta agli animali nelle loro piccole gabbie, sporche e senza un briciolo di aria. Anche per questo, nella protesa londinese sono state usate le maschere antigas, un promemoria su come gli animali vengono uccisi e avvelenati con fumi nocivi.

In Italia, anche in occasione dell’inizio della Fashion week milanese, in alcune parti del Paese è già scattata la protesta contro le pellicce. La più recente è il flash mob realizzato qualche giorno fa a Napoli da Animal Amnesty .

“Morire per una pelliccia” è stato realizzato in due dei luoghi più centrali della città, via Roma e piazza del Plebiscito. Al presidio hanno partecipato decine di attivisti, con cartelli, video, rappresentazioni sceniche, scritte e altro materiale di impatto per colpire e far riflettere i passanti su cosa realmente si nasconde dietro l’industria della pelliccia.