Vegolosi

La felicità è vegan: lo dice uno studio americano

Tra vegani, vegetariani, pescetariani e “carnivori”, i vegani sono mediamente più felici. È quanto risulta da uno studio condotto dall’organizzazione statunitense Tracking Happiness su un campione di 11.537 persone statunitensi così suddivise: 1.179 vegani, 948 vegetariani, 422 pescetariani e 8.988 consumatori di carne. Ai partecipanti è stata rivolta la domanda: “Pensando all’ultimo anno della tua vita, come giudicheresti la tua felicità su una scala da 1 a 10?”. Il valore medio registrato è stato 6,90/10. I consumatori di carne hanno riportato il voto più basso, con 6,80, mentre i vegani hanno registrato il 7% in più (7,27).

Non solo: lo studio ha individuato anche una sorta di tendenza inversa, ovvero che gli individui che si ritengono più felici hanno una probabilità più alta di diventare vegan nel futuro, e che le persone vegane sono in generale più propense a “rimanere felici” nel tempo. In effetti, anche una ricerca  del 2016 aveva evidenziato come le persone che cominciavano a consumare più frutta e verdura registrassero un “aumento di felicità” nell’arco di due anni. Non può essere solo un caso, insomma, che sempre in quell’anno l’uomo più felice del mondo fosse risultato un vegano.

Le ragioni della felicità cruelty-free

La motivazione principale dietro un’alimentazione plant-based, secondo lo studio, è l’impatto ambientale: il 32% delle persone vegane e vegetariane coinvolte afferma di aver tolto la carne dalla propria dieta proprio per questa ragione. E sono proprio queste persone a riportare un punteggio più alto sulla scala della felicità, cioè 7,72/10, contro un 6,77 registrato da chi diventa vegan per evitare la crudeltà sugli animali.

Secondo il fondatore di Tracking Happiness Hugo Huijer, “un comportamento sostenibile contribuisce a mantenere un buon livello di salute mentale, il che dimostra l’importanza di sensibilizzare le persone circa il consumo di prodotti di origine animale. Anche se l’impatto ambientale positivo del veganismo è fuori discussione, c’è ancora uno stigma nei confronti delle persone che si etichettano come vegan”.

In realtà, lo studio ha dimostrato come l’attitudine nei confronti dei vegani sembri essere tutto sommato positiva: ai partecipanti “carnivori” è stato chiesto quale fosse la loro opinione a riguardo, e solo il 15% ha riportato di avere un’opinione negativa, mentre il giudizio medio era abbastanza positivo (3,44 su una scala da 1 a 5). Una percezione apparentemente in contrasto con quanto vissuto spesso in prima persona da chi si definisce vegan, ma che per fortuna sembra essere supportata dal trend positivo del numero di vegani registrato quest’anno anche nel nostro Paese.

Conclude Huijer: “Noi crediamo che felicità e sostenibilità vadano a braccetto. Speriamo che le nostre scoperte aiutino le persone a compiere decisioni informate riguardo la sostenibilità, la felicità e il consumo di prodotti animali“.