Vegolosi

Il macello dei conigli: 80 giorni di paura, vera

Oltre all’orrore del macello e dell’allevamento intensivo, il dato che fa più riflettere è che in Italia, in media sono solamente 2 i conigli mangiati procapite all’anno: la domanda è, perché non smetterla? Perché l’Europa produce il 50% della carne di coniglio esportata in UE (262.500 tonnellate in Italia per 512.876 tonnellate in Europa – da Faostat 2012), sfidando persino la produzione cinese (pari a 735.000 tonnellate) con un giro d0affari stimato intorno ai 800 milioni di euro.

Cosa succede negli allevamenti italiani?

La nuova investigazione firmata Lav e Animal Equality mostra quello che accade nei macelli di conigli in Italia. Una vita breve quella di questi animali che moltissimi di noi conoscono bene come animali da compagnia (sono 800 mila nel nostro paese) e che scorrazzano per le case con una vita media di circa 12 anni. La vita di un coniglio da allevamento, destinato a finire sulle tavole, invece dura circa 80 giorni. Le fattrici, inseminate artificialmente, vivono al massimo 2 anni. Queste poche giornate di vita garantite, poi,  sono vissute in gabbie molto strette, con limitazioni evidenti nei movimenti, alcuni sono feriti, ammalati, ma sono solo numeri (quelli tatuati sulle loro orecchie) e rimarranno in gabbia fino a che non sarà necessario.
Gli animali vengono nutriti in modo forzato per accelerare i tempi di crescita fino ad arrivare al peso di circa 2,5 chilogrammi, poi vengono macellati. Come? Per dissanguamento con un taglio alla gola e appesi a testa in giù. I dati sui numeri di conigli allevati e macellati in Italia non sono chiari, come spiega l’investigazione di LAV e Animal Equality: a seconda dell’ente preposto alla certificazione si forniscono cifre diverse e questo la dice lunga sullo stato di controllo di questo tipo di allevamento. Nel dossier, infatti, si legge: “è un business “fuori controllo”: l’allevamento dei conigli non è regolamentato da norme sulle condizioni degli animali; i parametri d’intensività non sono contestati perché non vi sono standard di riferimento.”
Quello che leggiamo e vediamo sui conigli non è molto diverso da quello che accade a tutti gli animali da “reddito”. Ora, speriamo che il passo per trasformare i conigli in animali d’affezione con la petizione intitolata “Coraggio Coniglio” sia solamente il prodromo di una riflessione più aperta e generosa nei confronti di altre specie.

F.G