Vegolosi

“Vegani, fate del vostro peggio in cucina”, un gruppo vi accoglierà!

Tempesta di “like” per chi cucina peggio degli altri: questa è la sfida per chi vuole avere successo nel gruppo Facebook “cucinaremale vegan“, fondato il  14 luglio 2017 da Caterina Pazzi insieme al ragazzo Gaetano Vino, in cui l’ingrediente di base è l’autoironia.

Cucinare può essere un’attività molto soddisfacente soprattutto quando i risultati ottenuti sono quelli sperati, ma si sa, non sempre le ricette riescono da manuale e molto spesso i momenti in cui qualcosa non va proprio secondo i piani sono quelli più divertenti: al bando, quindi, critiche e autocritiche in favore della grasse risate in buona compagnia tra crostini bruciati, biscotti-sasso, gnocchi che galleggiano nel sugo di pomodoro che neppure i film di Tarantino e metodi culinari ingegnosi e innovativi come usare una spillatrice da ufficio per rompere i gusci di frutta secca. Nella sua semplicità la pagina ha l’obiettivo di veicolare messaggi importanti: prendersi in giro con lo scopo di guardare sempre il lato positivo delle cose e divertirsi senza nuocere nessun essere vivente (eccezione fatta per chi quelle pietanze dovrà mangiarle, ovviamente).
Per comprendere meglio il successo che sta dietro a questo fenomeno social, e scoprire qualche aneddoto divertente, abbiamo intervistato la sua fondatrice, Caterina.

Come è nato “cucinaremale vegan”?

Ero già iscritta al gruppo “cucinaremale” dove ovviamente si cucina di tutto (e tutti) e mi trovavo spesso triste nel vedere come molte pietanze bruciate non erano altro che pezzi dei miei adorati animali. Rimanevo male nel vedere che le persone che non hanno intrapreso questo percorso (o che non sanno nemmeno il perché lo si intraprende) ridevano con spensieratezza anche davanti a pietanze che avevano la chiara sembianza di animale. Un po’ come quando mangiavo carne senza accorgermi del male che c’era dietro alla mia scelta di cucinare un piatto piuttosto che un altro, scegliere un ingrediente al posto di un altro. Diventando vegani si rimettono in discussione tante abitudini, tutto quello di cui ci nutrivamo prima non lo consideriamo più cibo. Soprattutto all’inizio bisogna quindi reinventarsi un nuovo modo di cucinare per non lasciare sapori a noi graditi e non abbandonare il nostro destino a banali insalatine! E’ normale quindi sperimentare e sbagliare e ci si può scherzare su. L’importante è farlo senza privare del diritto alla vita gli animali: questo è il messaggio che voglio veicolare tramite il gruppo.

Bisogna seguire delle regole particolari per far parte della pagina?

Si, recentemente ho postato un piccolo regolamento da seguire per rispettare al pieno la filosofia del gruppo e non snaturarne il messaggio e soprattutto per mantenere un clima sereno. Alla fine le regole per rispettare la finalità del gruppo sono impresse già nel titolo:

Chi sono i protagonisti della tua pagina?

Questa pagina è un modo per riunire tantissimi tipi di vegani e non. Puoi trovare quello che non sa cucinare e mangia solo roba pronta, al salutista che invece non è spinto dall’amore per gli animali ma ricerca ingredienti il meno elaborati possibili, a chi auto produce in casa e quindi pubblica le prime prove riuscite male. Mi trovavo a dover approvare dei piatti riusciti benissimo ed ero molto in difficoltà, visto che il prerequisito per far parte del gruppo è cucinare male. Per questo motivo ho deciso di ideare un piccolo spazio anche per i piatti riusciti bene, giusto per ricordare che i vegani mangiano anche molto bene, con il post “un giorno di ordinaria follia dei cucinare male vegan”in modo da poter accontentare chi proprio non ce la fa a cucinare male o a resistere alla voglia di pubblicare freneticamente in tutti i gruppi!

 

Il piatto cucinato male che ti ha divertito di più ?

La lista sarebbe lunga, la foto che ha avuto più successo tra gli utenti è quella di un’intera teglia di crostini bruciacchiati, diventata infatti la nostra immagine di copertina. Invece la ricetta che personalmente mi ha divertita di più è stata quella dei biscotti a forma di maschere, realizzati in occasione del carnevale. Il post ha ingannato tutti perché i dolcetti erano molto belli e quindi anche invitanti, ma poco dopo l’autrice ha postato un video per svelarne il segreto: i biscotti erano duri come sassi, non si rompevano neppure sbattendoli con forza sul ripiano della cucina, è stato molto divertente.

Anche tu hai avuto delle esperienze divertenti in cucina?

Si, un giorno ho preparato dei panzerotti e uno di questi durante la cottura si è aperto e il contenuto è fuoriuscito formando degli occhi. Sembrava proprio una faccia.

Se dovessi proporre una ricetta di Vegolosi ai tuoi utenti per una piccola sfida culinaria, secondo te quale darebbe i risultati più divertenti nel pieno rispetto della filosofia di “cucinaremale vegan”?

Secondo me la ricetta perfetta per mettersi alla prova sono le polpette. Sembrano facili ma non sempre riescono come si vuole, soprattutto se fritte spesso si aprono e di disfano nell’olio, quindi sarebbe divertente vederne i risultati.

Secondo te perché la pagina sta avendo così tanto successo?

L’dea della pagina è divertente perché dimostra che “errare è umano” e ci si sente “a casa” quando una critica invece che farci male ci fa sorridere. Magari la stessa foto pubblicata nel gruppo proviene da una cena mandata in fumo a causa di disattenzioni o catastrofi, tensione a mille per quando si hanno tanti invitati e si vuole fare bella figura ma si ha troppo da fare, torte di compleanno non riuscite e imbarazzo degli invitati. Dopo il momento “tragico” qui si può stemperare la tensione ridendo di noi stessi e parlando delle esperienze di disastro comune, tanto il più è già fatto. In più la cosa su cui poniamo molto l’attenzione per distinguerci dagli altri gruppi facebook, dove non sempre regna la pace, è il clima: si collabora per incentivare il rispetto, la correttezza, l’educazione, si cerca di non far nascere i soliti bisticci e di far capire tramite messaggi di armonia che i vegani non sono poi così antipatici e modificano la loro vita e le loro abitudini alimentari non perché sono “strani” ma per il loro ideale: il rispetto di tutti gli esseri viventi.