Vegolosi

Beatrix Potter: storia di una donna anticonformista e del suo amore per gli animali

Sul grande schermo ha il volto di Renée Zellweger e in Inghilterra i suo libri illustrati per ragazzi hanno venduto migliaia di copie, ma in Italia pochi la conoscono anche se sicuramente ci sarà capitato, almeno una volta, di vedere le sue illustrazioni.

La storia di Beatrix Potter, nata a Londra nel 1866, è molto interessante sotto diversi punti di vista: del resto è la storia di una donna che in età vittoriana ha scelto di seguire la passione per le scienze naturali e il disegno imponendosi, nonostante i pregiudizi, in un panorama accademico prettamente maschile.

Beatrix e i suoi coniglietti, salamandre e rane…

Nonostante la fortuna di essere nata in una famiglia molto ricca, l’infanzia di Beatrix Potter non è diversa da quella di tutte le altre bambine inglesi nell’800. Non potendo andare a scuola, trascorre il suo tempo accudita ed educata dalle governanti, senza avere molti contatti con gli altri bambini ma preferendo la compagnia dei suoi adorati animali domestici (non sempre tradizionali): rane, salamandre, furetti, persino un pipistrello; ma i suoi preferiti sono i due coniglietti Benjamin Bouncer (golosissimo di toast) e Peter Piper, suo inseparabile amico che comincia a ritrarre sin da piccola e che poi la renderà famosa in tutto il mondo.

Le difficoltà di una donna

Fin dalla tenera età dimostra quindi un enorme interesse per il disegno e la natura dedicando ore e ore all’osservazione diretta e alla realizzazione di dettagliatissimi schizzi di animali e piante; una passione agevolata anche dai frequenti viaggi della famiglia in Scozia e nella regione dei Grandi Laghi (già meta prediletta di po

eti romantici del calibro di William Wordsworth e Samuel Coleridge): in queste occasioni ha la possibilità di esplorare l’entroterra inglese e la campagna scozzese e osservare ancora più da vicino gli insetti e soprattutto i funghi diventando in età adulta una delle più esperte micologhe al mondo. Ciononostante l’Accademia di Scienze Britannica (la Royal Society) rifiuta di pubblicare le sue illustrazioni scientifiche (quasi 300 acquerelli) poiché donna e per lo stesso motivo la Linnean Society di Londra non le permette di presentare al proprio consesso di illustri scienziati la sua teoria sulla germinazione delle spore fungine, scusandosi un secolo dopo per il sessismo dimostrato nella selezione dei contributi scientifici femminili. Ma è con la carriera letteraria che giungerà maggiore fortuna.

L’amore per gli animali e il disegno

Quando nel 1901 decide di pubblicare a sue spese “La storia del coniglio Peter” (The Tale of Peter Rabbit, film tra l’altro atteso nelle sale italiane a Pasqua), il suo primo libro illustrato, arriva la vera svolta. Una delle 250 copie raggiunge la scrivania di Norman Warne, capo della casa editrice Frederick Warne & Co., il quale decide (dopo un’iniziale titubanza giacché non era molto comune all’epoca vedere topolini ritratti con grembiuli e gilet o oche con la cuffietta in testa), di dare alle stampe il racconto: il libro è un vero successo e vende 28.000 copie in soli sei mesi. Da quel momento in poi seguiranno altri fortunatissimi successi come “La storia dello scoiattolo Nutkin”, uscito un anno dopo, “Il sarto di Gloucester” o “La storia dei due topini cattivi”.

Ad oggi “La storia del coniglio Peter” è stato tradotto in 20 lingue e ha venduto più di 80 milioni di copie in tutto il mondo. Le storie delicate di Beatrix Potter, eseguite con la tecnica dell’acquarello e dell’incisione, hanno come protagonisti gli animali con cui ha per anni convissuto, tutti tratti dalla campagna inglese, osservati attentamente e resi con occhio enciclopedico e un’attenzione smodata ai dettagli. Sono racconti più o meno lunghi, ma tutti molto poetici e con un messaggio educativo ricorrente: torna spesso infatti il tema della disobbedienza (e del contrasto tra madri fin troppo premurose e cuccioli irrequieti e curiosi) che dà vita alle movimentate avventure dei protagonisti il cui finale è però sempre positivo. I suoi animali, pur dolcissimi e aggraziati, non sono affatto stereotipati come spesso accade nel mondo delle fiabe: sono incredibilmente realistici sia nelle fattezze che nei comportamenti e talvolta sono messi al centro di vicende realmente accadute traslate nel mondo animale.

Non mancano anche velate allusioni al rapporto con l’uomo spesso crudele e incapace di convivere appieno con la natura: “Andate pure nei campi o lungo il sentiero” dice mamma coniglia a Peter e i suoi fratellini, “ma non entrate nel giardino del Signor McGregor: laggiù il vostro papà si è messo in un bel pasticcio: la Signora McGregor ne ha fatto un pasticcio di coniglio”.

La vita in fattoria

L’importanza di vivere nel rispetto della natura e di preservare la fauna locale tenendo lontano il turismo di massa, pervade la vita di Beatrix Potter al tal punto che a 47 anni si trasferisce con il marito in una grande fattoria a Sawrey – solo la prima di molte altre -, nella sempre amata regione dei Laghi, dove comincia ad allevare pecore e continuando a circondarsi dagli adorati animali: cani, gatti e un porcospino chiamato Mrs. Tiggy-Winkle. Inzia qui una nuova fase della vita di Beatrix Potter, costretta ad allontanasi dalla scrittura per un grave problema alla vista, e dedicata piuttosto alla conservazione del territorio, al lavoro agreste e all’allevamento che mette in atto con dedizione cercando, ad esempio, di elaborare sempre nuovi rimedi biologici per curare le più comuni malattie che colpivano le sue amate pecore. Da qui osserva anche con orrore la furia distruttiva della seconda Guerra Mondiale rivelando nei suoi scritti tutta la preoccupazione e l’angoscia al pensiero che la modernità, col suo incedere frenetico e inarrestabile, possa annientare la natura.

Alla sua morte nel 1943 lascia al National Trust (l’organizzazione che si occupa di conservare e proteggere l’eredità storica e naturale di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord) quasi tutta la sua proprietà, ora inclusa nel National Park of Lake District, comprendente oltre 4.000 ettari di terre, sedici fattorie, diversi cottage ma anche mandrie di bestiame e pecore Herdwick.

Per chi volesse approfondire l’incredibile storia di una donna anticonformista, che rifiutava di vestirsi in modo “appropriato” e che rimase nubile fin oltre i trent’anni sfidando il perbenismo vittoriano, in Italia è stata pubblicata da Sperling&Kupfer nel 1989, un’opera molto approfondita intitolata Il Mondo di Beatrix Potter contenente anche il corpus delle sue innumerevoli opere.

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