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Gli animali non sono cose: la legge spagnola cambia

Grande vittoria sul fronte della tutela dei diritti degli animali non umani: per la legge spagnola infatti gli animali da oggi non sono più classificati come “cose”, ma trattasi di esseri senzienti dotati di una sfera emotiva e cognitiva complessa.

Lo ha stabilito all’unanimità il Parlamento di Madrid accogliendo una proposta del Partito Popolare, acceso sostenitore della necessità di considerare gli animali “esseri vivi dotati di sensibilità”.

Come spiega El Paìs, tramite il resoconto de Il Giornale, finora in Spagna gli animali venivano equiparati a mere cose, un “bene mobile” che poteva trasportato o caricato come un qualsiasi bagaglio a mano, senza alcuna tutela, neanche in caso di smembramento del nucleo famigliare a causa di un divorzio o di un lutto.

Non è più così: finalmente anche gli amici a quattro zampe potranno avvalersi del diritto a una “protezione maggiore” e i loro proprietari saranno obbligati ad assumersi determinate responsabilità davanti alla legge e risponderne penalmente in caso di violazione di tali responsabilità.

Un dibattito, quello sullo status da attribuire agli animali, molto caldo in questo periodo. Se infatti paesi come Germania, Francia, Austria, Portogallo e Svizzera, hanno già legiferato per impedire che gli animali vengano considerati alla stregua di oggetti in ambito giuridico, proprio qualche settimana fa il Regno Unito, in virtù della sua uscita dall’Unione Europea ha approvato una legge che definisce gli animali come “incapaci di provare dolore o emozioni”. Quali saranno gli effetti a breve e lungo termine della Brexit su questo fronte, è difficile stabilirlo come ha raccontato ai nostri microfoni l’avvocato Carlo Prisco. In Spagna invece non sono pochi quelli che auspicano, come conseguenza più naturale e coerente di questa legge, l’abolizione della corrida, una delle tradizioni più cruente e osteggiate dallo stesso popolo spagnolo ma attorno cui gira un capitale economico gigantesco.

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