Vegolosi

“Essere vegani non è la cosa più importante”, 10 regole che dobbiamo imparare da Tobias Leenaert

Tentare di “veganizzare” il mondo non è cosa da poco, diciamolo. Eppure Tobias Leenaert, attivista belga per i diritti degli animali, ci sta provando attraverso il suo blog “The vegan strategist”, che nasce per fornire a vegani e attivisti strategie pratiche per migliorare il più possibile la comunicazione sul tema. Ma le sue regole non sono facili da seguire.

“Si tratta di essere efficaci”

“Quello che spero di fare – scrive – è fornire argomenti per spiegare perché l’attivismo pragmatico e amichevole e la comunicazione funzionino, è una questione di strategia: si tratta di essere efficaci. Si tratta di diminuire la sofferenza degli animali nel modo più rapido possibile”. Nel 2009 Leenaert è riuscito a convincere la città di Gand, dove vive, a diventare la prima città del mondo a sostenere ufficialmente una giornata vegetariana settimanale.

Tobias Leenaert, blogger e attivista in una foto tratta dal suo sito

Fondatore di EVA (Ethical Vegetarian Alternative) – sito che non solo fornisce consigli pratici per abbracciare passo passo in cucina la scelta cruelty-free, ma si occupa anche di divulgarla nelle scuole – è anche autore di un libro su questo tema. Nel suo “How to create a vegan world” .

 

L’opinione lenta e 10 regole

Il punto focale della teoria della comunicazione di Tobias Leenaert si chiama “opinione lenta” ossia la capacità di non buttarsi in mezzo ad un argomento senza averne una buona conoscenza. Nel caso delle discussioni legate alla scelta vegana, secondo Tobias, questo punto è fondamentale.
Dal suo sito abbiamo tratto 10 regole che lui ritiene fondamentali per poter davvero essere efficaci quando parliamo di alimentazione e cultura vegana. Si tratta, ed è questa la cosa migliore, di regole che valgono anche in molti, molti altri settori.

  1. Formulate un’opinione solo dopo averci attentamente pensato ed essersi informati al meglio sull’argomento

  2. L’opinione lenta include l’empatia perché ci si pone nei panni egli altri chiedendosi, “Come posso spiegarti questa cosa senza attaccarti?”, “E’ possibile fornirti una buona motivazione per fare questa cosa?”

  3. L’opinione lenta riduce al minimo la possibilità di offendere o essere aggressivi.

  4. L’opinione lenta abbraccia anche l’ipotesi che la persona che si ha di fronte non voglia decidersi immediatamente. Date tempo alle persone con cui parlate, e pensate anche al fatto che non è affatto detto che arriveranno alle vostre stesse conclusioni.

  5. Non è detto l’opinione lenta debba essere applicata a tutte le occasioni: ce ne sono alcune in cui è necessario fare una scelta velocemente, ma anche in questo caso, non possiamo pretenderlo da tutti.

  6. La discussione che si basa sull’opinione lenta parte dalla risposta “Lascia che ci pensi e che legga qualcosa, ti farò sapere”.

  7. L’opinione lenta aiuterebbe tantissimo il movimento vegan e permetterebbe di evitare uno dei più grossi problemi: il dogma.

  8. I vegani da soli non vinceranno questa battaglia, perché troppo grande, per questo la maggior parte di chi finanzia o lancia attività pro vegan non è vegano.

  9. La maggior parte delle persone sono respinte dalla parola “vegan” perché legata ad una sottrazione. Spesso meglio, quindi, avere prodotti e realtà che non spingano sulla parola “vegan”, pur essendolo, per avvicinare più persone.

  10. E’ più importante l’impatto e l’effetto che la nostra comunicazione ha sugli altri che non quello che mangiamo ogni giorno. Essere vegani non deve essere una fissa, bensì un modo per arrivare meglio a chi non la pensa come te.