Vegolosi

Test sugli animali per droga, alcol e fumo: sì ancora per un anno

Una parte della comunità scientifica chiedeva 5 anni di proroga, il Governo Gentiloni ne ha accordato, per il momento, uno solamente. Questo è l’esito della riunione del Consiglio dei Ministri che si è tenuta lo scorso 30 dicembre 2016 in merito al decreto denominato “Milleproroghe”. Fra i molti testi in discussione anche quello del decreto legislativo n.26 datato 2014 che metteva in chiaro le disposizioni sul tema relativo alla sperimentazione in campo medico sugli animali. Il primo gennaio 2017, infatti, avrebbe dovuto cessare definitivamente la possibilità di testare sugli animali sostanze di abuso umano come alcol, droga e fumo, invece questi test continueranno almeno per un altro anno (vedi immagine sotto).

Le reazioni alla notizia

“Gli oscurantisti pro-vivisezione si lamentano di una proroga di solo 1 anno. Noi lamentiamo che l’Italia rimane ferma sulla ricerca innovativa” scrive in proposito Gianluca Felicetti, presidente della LAV, dando la notizia sul suo profilo Facebook. Il resto del testo del decreto 26 rimane invariato e quindi, per esempio, è confermato lo stop alle procedure di sperimentazione “doppia” su animali già sottoposti ad esperimenti ritenuti di livello “grave”.

Passi lenti, quindi, quelli del nostro paese verso una sperimentazione alternativa. Immediate le repliche di Research For Life, ossia l’associazione che rappresenta i principali player della ricerca biomedica, apparse sulle pagine del quotidiano La Stampa: “Questa breve proroga rappresenta una sconfitta per la ricerca italiana“, spiega Giuliano Grignaschi, segretario dell’associazione “lo stesso Istituto Zooprofilattico di Brescia, incaricato ufficialmente di verificare se ci fossero dei metodi alternativi alla sperimentazione animale, alla fine ha concluso che l’utilizzo degli animali è necessario – continua Grignaschi – saremmo ben lieti di non usare gli animali per la ricerca e quando possiamo evitiamo di coinvolgerli. Ma con i metodi alternativi possiamo farci ancora poco perché ad oggi non siamo capaci di replicare la complessità degli organismi e quindi è indispensabile utilizzare gli animali, sempre però con il massimo rispetto”.