Vegolosi

Singapore: le proteine alternative alla carne diventano corso universitario

Future Foods – Introduction to Advanced Meat Alternatives” (Cibi del futuro – Introduzione alle alternative della carne avanzate) è il nuovo corso, in partenza nel prossimo anno accademico, avviato dalla Nanyang Technological University (NTU) di Singapore e destinato agli studenti di Scienze e Tecnologie Alimentari, che qui impareranno le tecniche di produzione di alimenti a partire dai tre pilastri che al momento si contendono il primato delle proteine alternative: cibi vegetali, colture cellulari e metodi di fermentazione.

Il corso, sviluppato insieme al network di scienziati del Good Food Institute, mira a colmare la mancanza di esperti in questo settore nella zona dell’Asia Pacifica, area in cui la domanda di prodotti proteici alternativi alla carne ha il più alto tasso di crescita nel mondo, e dove l’assenza di figure specializzate potrebbe frenare il progresso in questo campo. Al momento, infatti, i centri di ricerca attivi si affidano a scienziati provenienti da altri settori come la genetica, la bioingegneria e la bioinformatica.

Il “pollo” vegetale servito al ristorante “1880” di Singapore

Il motore dell’Asia

Probabilmente non si tratta di un caso che a lanciare questa nuova opportunità di studio sia proprio Singapore: da tempo, la nazione è partner di grandi multinazionali che hanno aperto centri di ricerca a tema foodtech, ed è spesso la prima scelta di startup di tecnologie alimentari come Eat Just. L’azienda californiana, infatti, ha da poco annunciato che il ristorante cantonese Madame Fan di Singapore proporrà solo carne di pollo coltivata, al posto di quella tradizionale, ogni giovedì. Infatti, è notizia di gennaio di quest’anno che Singapore è il primo Paese ad aver ottenuto il via libera alla vendita di “carne coltivata”, diventando così un centro pionieristico nello studio e nell’applicazione pratica di questa tecnologia emergente non solo in Asia ma anche nel resto del mondo.

Il professor William Chen, coordinatore del corso, spiega al Good Food Institute: “La produzione di proteine alternative si sta rivelando un potente motore economico in Asia, e ha il potenziale di creare interessanti opportunità lavorative per i giovani esperti in tutto il settore dell’industria alimentare. La NTU vanta numerose innovazioni in questo campo ed è quindi un ottimo candidato per questo corso di laurea. Siamo impazienti di lavorare con altre università asiatiche per preparare gli studenti al mondo tecnologico del futuro, contribuire a migliorare la sicurezza alimentare e creare un vero impatto sociale nella nostra regione”.

“Gli studenti universitari di oggi sono gli imprenditori e i politici di domani”, aggiunge l’amministratrice delegata del Good Food Institute Mirte Goske. “Devono essere pronti ad affrontare la crescente domanda di proteine alternative, la crisi climatica e la minaccia di nuove epidemie. L’innovativo corso della NTU è il modello che le altre università dell’Asia dovrebbero seguire affinché il mondo non veda più le proteine alternative come ‘alternative'”.

In apertura: il professor Chen della NTU (a sinistra). Foto: Good Food Institute