Vegolosi

Parma Etica Festival: la Regione dice no al patrocinio

A seguito delle tante richieste e dell’incremento costante del numero di visitatori (circa 30.000 in tre giorni) della seconda edizione, l’associazione Parma Etica ripropone e organizza, con il patrocinio del Comune di Parma e della Commissione Europea, la terza edizione del Parma Etica Festival dal 2 al 5 giugno ma senza patrocinio della Regione Emilia Romagna, per la seconda volta. L’alimentazione vegana e vegetariana non è conforme “alle politiche nutrizionali della Regione” che invece promuove e sostiene la dieta “mediterranea”.

Ne abbiamo parlato con Germano Rossi, volontario del Parma Etica Festival.

Perché chiedere un’altra volta il patrocinio della regione visto com’era andata l’anno scorso?
Perché la volontà che sta alla base del festival è quella dell’apertura e del confronto, non della chiusura sulle proprie posizioni. La nostra è una visione olistica e integrata del mondo che rifiuta l’isolamento e promuove un atteggiamento proattivo verso la realtà che ci circonda. Certo l’auspicio era che la risposta quest’anno sarebbe stata positiva.

Quali sono stati i motivi ufficiali del rifiuto che vi sono stati mossi?
L’anno scorso le motivazioni riguardavano la presenza di conferenzieri e specialisti giudicati “inaccettabili” perché contribuivano con i loro interventi a diffondere un’immagine negativa e distorta dei vaccini e dell’Expo. Il nostro intento era invece semplicemente di fornire ai partecipanti un punto di vista alternativo a quello veicolato dai media mainstream. Abbiamo anche chiesto alla Regione di inviare al festival un esperto o un loro rappresentante per un confronto ma non c’è stata nessuna disponibilità da parte loro. Quest’anno la risposta è stata più diretta: il problema è proprio la dieta vegana in sé che non è conforme al regime alimentare corretto, sostenibile ed equilibrato che la Regione intende promuovere. Curioso, vista la pericolosità che l’OMS ha riscontrato nel consumo eccessivo di carne rossa. Senza contare che gli allevamenti intensivi sono la seconda causa al mondo di inquinamento delle acque e di emissione di idrocarburi. Proietteremo a questo proposito il documentario “Cowspiracy” a inizio e chiusura del festival. In fin dei conti c’è solo l’interesse economico a base del rifiuto di patrocinare l’evento.

Come avete reagito a questo ennesimo rifiuto?
In generale con dispiacere ma senza sorpresa. Con romantico ottimismo speravamo in un sostegno, ma onestamente ce lo aspettavamo.

L’anno prossimo presenterete ancora domanda al comune?
E’ una decisione che viene presa collettivamente da tutti i volontari ma personalmente sì, lo farei. E’ solo col confronto dialettico che si può crescere e un ente democratico di uno stato democratico dovrebbe accogliere e ascoltare tutte le voci. Il pensiero liberale dovrebbe sostenere ogni occasione di dibattito per permettere ai cittadini di scegliere autonomamente. Il pensiero unico è la morte della democrazia.

Serena Porchera