Vegolosi

La brutta pubblicità di una macelleria e le risposte sul web

Tre generazioni di macellai, da 80 anni lavorano in provincia di Cuneo per garantire carne di qualità ai propri clienti, ma questo background non li ha fermati dal assumere (e presumibilmente pagare) chi ha realizzato una nuova locandina per promuovere le vendite (forse un po’ in calo). Il progetto, che potete vedere nell’immagine in alto a sinistra punta sull’idea che la carne, a forma di pomodoro (fatto male, anzi malissimo) possa decisamente attirare il pubblico, anche vegano, a cui sotto sotto un po’ la carne manca, eccome.

Partendo da presupposto che, nonostante la bruttezza della locandina, sicuramente la scelta non è poco intelligente perché il pubblico generalista sul tema ultimamente è caldo, rimane il fatto che a chi fa una scelta vegana la carne (così come i formaggi) non mancano, se non altro perché si tratta di una “scelta” e non di una rinuncia, che presupporrebbe una nostalgia latente. Detto questo ecco che un freelance che si occupa di grafica ha deciso di rispondere alla locandina della macelleria con un’altra  dedicata ai vegani (la vedete in alto a destra) che utilizza un ulteriore gioco di immagini: la carne più invidiata della macelleria sarebbe costituita dalla mera materia cerebrale.

Insomma, dopo i sacchetti sponsorizzati da Federcarni che parlavano di “Piacere senza rischi” relativi alla carne, fatta rimuovere dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, o la campagna “E’ ora del latte” con Carlo Cracco, Cristina Parodi e il professor Calabrese, anche questa segnalata come scorretta dall’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, pare che proprio che ci sia un grande bisogno di invitare a consumare carne alla faccia di chi, triste e circondato di verdura e bacche, decide di stargli alla larga, necessità confermata anche da Elide Stancari, presidente della Federazione nazionale di prodotto per la carne bovina di Confagricoltura, che ha chiesto durante un’udienza al Parlamento Europeo di promuovere iniziative volte a far “riacquistare la fiducia dei consumatori attraverso un’adeguata promozione del consumo di carne attraverso una corretta informazione”. Tempi bui… o luminosi.