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Italia: aumentano i consumi di carne bovina, calo in picchiata per quella di coniglio

Aumentano i consumi di carne bovina in Italia: ad affermarlo è il report “Tendenze”, stilato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) secondo il quale, nei primi tre mesi del 2018, si è registrato un +2,5% nell’impiego (e nell’acquisto) di questo tipo di carne rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo stesso si può dire anche per la carne suina e avicola, ma il trend è invece in diminuzione per la carne di coniglio: l’ente stesso, infatti, parla di una “contrazione dei consumi inarrestabile“. Questo, probabilmente, perché sono fra gli animali domestici più diffusi nel nostro paese, tanto che esistono campagne di sensibilizzazione per far sì che vengano riconosciuti a livello legislativo come animali da compagnia. Nonostante questo, però, l’Italia mantiene comunque un triste primato: come riporta LAV, infatti, ogni italiano consuma annualmente 2,6 kg di carne di coniglio contro una media europea di 1,5 kg.

Italia: calano le importazioni di carne bovina, ma aumentano quelle di animali vivi

A livello europeo il mercato della carne bovina risulta stabile, al netto della media tra i diversi paesi: Francia, Germania e Regno Unito, per esempio, hanno registrato una contrazione della produzione, mentre Irlanda, Polonia e Paesi Bassi ne hanno invece visto un aumento, non tanto per far fronte alla domanda interna quanto per esigenze di esportazione. Italia e Spagna, invece, risultano stabili da questo punto di vista.

Per quanto riguarda il nostro paese, un dato interessante si riferisce alle importazioni: nel 2017, infatti, si è registrata una contrazione delle importazioni di carne bovina (-2,2%) a fronte però di un aumento delle importazioni di animali vivi rispetto all’annata precedente. Un dato che preoccupa, considerando che il trasporto di animali vivi in Europa è un inferno: a rivelarlo è un documentario tedesco che da qualche mese sta facendo il giro del web.

Al di là della questione etica, il report di ISMEA risulta in contrasto con quanto ribadito più e più volte dalle maggiori organizzazioni internazionali sul consumo di carne: da ricordare, infatti, che l’OMS ha inserito la carne lavorata tra i carcinogeni umani certi, mentre la carne rossa è stata inserita nel gruppo dei carcinogeni umani probabili. Nonostante questo, come rivela l’AICR – istituto americano di ricerca contro il cancro – in Italia si consuma troppa carne: 210 g al giorno contro i 500 alla settimana suggeriti dalle linee guida per la prevenzione dei tumori. Eppure, le linee guida sono chiare: sul sito dell’AICR leggiamo infatti che “nessun singolo componente alimentare o cibo può proteggere contro il cancro da solo. Ma forti evidenze scientifiche indicano che una dieta ricca di una grande varietà di alimenti vegetali come frutta, verdura, cereali integrali e legumi aiuta a ridurre il rischio di contrarre molti tumori”.