Vegolosi

Gorgona, l’ex paradiso penitenziario ora è un mattatoio

Un tempo paradiso penitenziario, oggi non più . E’ la triste storia dell’isola di Gorgona, nel mare davanti a Livorno.Fino al 2015 l’isola di Gorgona (vero e proprio paradiso naturalistico tra pini, lecci e una singolare varietà autoctona di olivo) ha rappresentato uno splendido progetto-pilota di rieducazione terapeutica dei detenuti (circa 70 persone libere di circolare) attraverso il contatto e l’interazione costante con gli animali e un’azienda agricola. Il progetto, fortemente voluto dal veterinario Marco Verdone nel 1990, ha portato nel 2014 – pur tra difficoltà economiche – anche alla chiusura del macello da sempre presente sull’isola.

Cambio di gestione: arriva il macello

Nel 2015, però, il carcere è diventato Sezione distaccata di quello di Livorno, perdendo lo status di realtà autonoma. Dopo 25 anni di attività, Marco Verdone è stato trasferito così come il direttore del carcere, Carlo Mazzerbo, da sempre grande sostenitore del progetto. Con la nuova direzione, a Pasqua 2016 il macello è tornato in attività: “Gli animali che non producono costano” è la truce motivazione fornita dalla nuova direzione. A nulla sono serviti gli appelli dello scorso anno lanciati da varie associazioni animaliste, a nulla la mozione firmata da 23 senatori (tra cui Monica Cirinnà) per promuovere e valorizzare questa pratica-modello. Gli animali, prima parte integrante del percorso rieducativo, sono stati sacrificati per mere questioni economiche.
Sulle pagine del Corriere della Sera anche la scrittrice Susanna Tamaro ha voluto dare il suo sostegno a questo appello:”Prima o poi bisognerà riuscire a capire perché, quando facciamo qualcosa di buono, in poco tempo lo rendiamo vano.”

Il video tratto da una puntata di Cronache Animali andata in onda su Rai2 qualche giorno fa racconta la speranza di un appello lanciato in questo servizio e poi diffuso dalle associazioni animaliste possano trovare sempre più riscontro per porre all’attenzione pubblica il futuro di questo luogo.

Yuri Benaglio