Vegolosi

FBI: crimini contro gli animali come “crimini contro la società”

Fino al mese scorso, quando nelle strade, nei vicoli o nei garage degli Stati Uniti, un animale veniva maltrattato, torturato o quando gli venivano negate le cure necessarie, la situazione, se scoperta, veniva segnalata in una sorta di grande database generico, il “National Incident Based Reporting System”. Con questo sistema, però, il caso non poteva essere segnalato in modo preciso, ne era possibile creare delle statistiche, o degli studi a riguardo, né tantomeno riservargli la giusta attenzione.

Quello che succede da poche settimane, invece, è che i crimini che riguardano gli animali vengano segnalati e catalogati come “crimini contro la società”. “I dati sono fondamentali – spiega Mary Lou Randour dell’associazione Animal Welfare Institute sulle pagine del “The Baltimore Sun“- In questo modo avremo un maggior numero di informazioni relative al maltrattamento degli animali, cosa che ci permetterà di intervenire e prevenire in modo più efficace.”  Ma come mai questo cambio di rotta? L’attenzione, in realtà, è rivolta ai crimini contro gli esseri umani che, spesso, vengono in qualche modo “annunciati” dalle crudeltà sugli animali.

“Il maltrattamento degli animali, significa potere assoluto su di esso”, ha dichiarato il procuratore Adam Lippe, che si occupa di casi di crudeltà – “Se qualcuno è in grado di esercitare crudeltà e ferocia contro gli animali, è molto probabile che avrà la tendenza a farlo anche con le persone deboli, come i bambini e gli adulti vulnerabili. E ‘una questione di mancanza di empatia.” Insomma, secondo l’FBI,  rafforzare la battaglia e il controllo dei crimini contro gli animali serve da campanello d’allarme per i crimini contro gli esseri umani e a rendere più sicuro il sistema di controllo, prevenzione e punizione.