Vegolosi

Democrazia Verde: nasce in Italia il primo partito vegano d’Europa

Il 1° Novembre 2016 si terrà a Roma l’assemblea costituente di Democrazia Verde, il primo movimento politico vegano d’Europa. Democrazia Verde è, più nello specifico, un partito di natura animalista e ambientalista, che si pone come obiettivo la Piena Occupazione (cioè debellare la disoccupazione attraverso una politica monetaria moderna) e la Salvaguardia dell’Ambiente. Due punti che, secondo il fondatore Nicolas Micheletti, non possono prescindere l’uno dall’altro.

“Un partito esclusivamente ambientalista che non considera le problematiche sociali di lavoro, diritti e democrazia del popolo non sarebbe nient’altro che l’ennesimo partito ecologista che finisce per vendersi al miglior offerente. Perseguire il miglioramento dell’ambiente senza una garanzia di Piena Occupazione porterebbe solo a un aumento dei disoccupati, proprio perché molti lavori che oggi danneggiano l’ambiente sparirebbero senza però avere un contraccambio professionale”.

L’obiettivo ultimo di DV è quello di far avvicinare le persone a uno stile di vita con il minore impatto ambientale per la Terra, la salute e gli esseri viventi. Con ciò non si intende, specificano, imporre la filosofia vegan ai cittadini italiani, in quanto il principio fondamentale del movimento resta sempre la democrazia. Infatti, la maggioranza dei membri attualmente è vegan, ma non tutti: molti sono quelli che si stanno semplicemente e positivamente orientando verso uno stile di vita più salutare e rispettoso dell’ambiente.

Il rapporto con la politica attuale

“Gli attuali partiti utilizzano figure vegetariane e vegane non con reali intenti in questa direzione, ma solo al fine di ottenere le preferenze da parte di questi target. Per noi appare evidente che sia una grande incoerenza che il maggior esponente del Partito Democratico sulla tematica animalista supporti ancora il mercato caseario. Ormai è ben noto, e non solo a chi è strettamente inserito nel settore, che l’industria casearia produce molta più sofferenza di quella della carne”, ha affermato Nicolas Micheletti.

Ciò detto, future allenze di Democrazia Verde con altri partiti non sono però da ecludersi a patto che questi ultimi “rispecchino i punti del nostro programma. Ogni proposta di legge promossa da un altro partito che non sia presente nel nostro programma sarà esposta sulla piattaforma web del movimento dove gli iscritti potranno esprimersi votando ciò che ritengono più giusto. Ad accompagnare la votazione ci sarà un comitato scientifico che spiegherà le proposte di legge nel modo che esse siano più comprensibili anche alla persona meno preparata”.

Il rapporto con il veganismo

Non solo l’alimentazione vegana, ma l’intero stile di vita vegano, promette Micheletti, verrà incentivato tramite agevolazioni fiscali e sussidi per tutte le attività che venderanno prodotti cruelty free, ad esempio azzerando l’Iva sui prodotti di origine non animale o inserendo menu vegani in tutte le mense pubbliche.

L’idea di Democrazia Verde è quella di spostare i sussidi utilizzati per i prodotti animali verso i mercati alternativi; per citarne alcuni: The Modern Agriculture Foundation, Impossible Foods, Beyond Meat (carne), Hampton Creek (uova), Real Vegan Cheese (formaggio), Muufri (latte) Modern Meadow (pelle).

Il programma

Per quanto riguarda l’impegno concreto sul fronte ambientale e animale i punti proposti da DV riguardano:

“Pensiamo che si possa trovare molta resistenza da parte della gente in effetti, ma sarebbe dovuta più che altro a una paura fondata sull’ignoranza. La carne coltivata, infatti, risulta più salutare della normale carne, in quanto meno esposta a batteri e decomposizione, ed essendo decisamente più controllata della carne convenzionale non è esposta a sostanze chimiche tossiche come pesticidi e fungicidi.
Nella produzione di carne coltivata non sono richieste tecniche di ingegneria genetica, come inserimento, cancellazione, soppressione, attivazione o mutazione di geni. Pertanto la carne coltivata non è OGM, ma formata solamente da cellule coltivate artificialmente per la formazione di tessuti.
La produzione di carne coltivata potrebbe essere la scelta ideale per un mondo sovrappopolato, permettendo grandi risparmi di terra, energia e soprattutto acqua. Infine, riportando molta terra allo stato vergine si salverebbero un gran numero di animali selvatici”.

Serena Porchera