Vegolosi

Il tempo per gli animali allevati è dannato: il cortometraggio – VIDEO


Uno scandire del tempo che è anche un battito del cuore, quel tempo scorre ma senza cambiare, è un’occasione unica ma che, in un certo senso, si ripeterà per altri. Il cortometraggio da 70 secondi realizzato da Alessandra Galbiati e Luigia Marturano intitolato “Dannato tempo” racconta con un linguaggio immediato la vita degli animali allevati attraverso la chiave interpretativa del tempo. La produzione ha  ricevuto una menzione speciale dalla Cineteca Italiana all’interno del concorso intitolato “Tempo limite” chiusosi questa settimana per la celebrazione dei 70 anni della Cineteca stessa.

Un battito, quindi, che scandisce una vita fatta di ripetizione e dolore, quello degli animali allevati: “Un tempo concesso solo per dannazione – spiegano le autrici – vissuto solamente in funzione degli altri”. All’interno del sistema di produzione di carne e derivati gli animali sono “macchine metaboliche” che trasformano cibo in altro cibo, non ci sono individui, ma dati, numeri. Quel battito di fondo che accompagna come una colonna sonora terribile, l’alternarsi di disegni che mostrano la vita di una mucca, dalla nascita fino alle numerose gravidanze, non è solo il ticchettio di un orologio, una sorta di metronomo che regola una melodia udita da pochi, ma anche un contatore che mette in chiaro l’alternarsi degli animali che sono oggetti, che nascono, producono e muoiono, per nascere, produrre e morire di nuovo. Quel battito è quindi anche una goccia che rappresenta lo stillicidio, continuo.

Si susseguono gli sfondi, le stagioni, il freddo, il caldo, ma quell’animale rimane in gabbia. Lo spettatore è rapito e un po’ ipnotizzato dalle immagini e non si può fare a meno di riflettere durante quai 70 secondi: cosa stiamo facendo? Perché vale così poco il tempo di chi non è come noi? Quanto tempo ci serve, invece, per capire e cambiare?