Vegolosi

Come l’industria della carne scredita la scienza: l’inchiesta

“Da alcune analisi e registrazioni audio trapela che l’industria delle carni si prepara a mettere in dubbio la validità di un importante studio scientifico sull’alimentazione, che sarà pubblicato la prossima settimana da The Lancet”. È così che la Changing Markets Foundation, realtà nata per lavorare allo sfruttamento delle forze di mercato per guidare il cambiamento verso una maggiore sostenibilità mondiale, apre il suo comunicato stampa.

In previsione della pubblicazione il 3 ottobre prossimo dell’aggiornamento di uno dei più importanti studi sulla relazione fra alimentazione, salute e sostenibilità, “EAT-Lancet 2.0” – che fa seguito alla prima pubblicazione nel 2019 – l’inchiesta e le analisi di Changing Markets Foundation hanno evidenziato un sistema di campagne di comunicazione organizzate e aggressive da parte delle lobby della carne al fine di screditare non solo i contenuti degli studi ma anche del concetto stesso di scienza.

“Alcune registrazioni audio di una conferenza a porte chiuse sponsorizzata dall’industria delle carni (tenutasi a Denver, ndr) suggeriscono che il “grande aggiornamento scientifico” dello studio Lancet verrà attaccato la prossima settimana. Red Flag, un’agenzia di pubbliche relazioni che lavora per aziende produttrici di carne, prodotti chimici e tabacco, ha infatti tenuto un “seminario pre-summit” e la conferenza ha visto la partecipazione di numerosi guru delle pubbliche relazioni e lobbisti retribuiti. Negli audio si sente un consulente del settore esortare i delegati a riconoscere che “i fatti scientifici non sono così importanti come chiedersi “chi sei”” e che “la verità è un concetto relativo.” Un altro delegato ha apertamente criticato i principali ricercatori scientifici definendoli persone “fastidiose” con cui nessuno vorrebbe uscire a cena. Un relatore ha riconosciuto che “questa non è una conferenza scientifica”. Il valore degli influencer online è stato riconosciuto ripetutamente”.

Il clima potrebbe quindi essere ancora peggiore di quello del 2019 quando la stessa redazione di The Lancet, intervenne pubblicamente sul tema: “Scienziati e riviste si trovano ad affrontare sfide impegnative in un panorama mediatico in rapida evoluzione, soggetto alla diffusione intenzionale di contenuti fuorvianti. Le campagne di comunicazione sanitaria sono chiaramente soggette a polarizzazione, al cosiddetto inquinamento dei contenuti e alla disinformazione. Gli scienziati e le testate scientifiche come The Lancet devono essere costantemente informati e agire in modo proattivo per evitare manipolazioni e disinformazione su questioni di fondamentale importanza per la salute umana e il pianeta”.

Una delle grafiche dell’inchiesta mostra sinteticamente i sistemi utilizzati dalle campagne di disinformazione scientifica: sminuire la ricerca scientifica, attacchi personali agli scienziat che fanno parte dei gruppi di ricerca, valorizzazione dei prodotti animali come benefici per la salute, greenwashing

Nusa Urbancic, CEO di Changing Markets, ha dichiarato: “La nostra ricerca mostra chiaramente che l’industria delle carni sta combattendo sempre più la scienza e il progresso con disinformazione e forze oscure online. Con il web privo di leggi e gli strumenti di intelligenza artificiale in aumento, i misinfluencer online che abbiamo identificato sono più potenti che mai. Li osserveremo da vicino durante la prossima settimana alla ricerca di segnali indicanti un’altra reazione ostile da parte loro. In questo momento critico la comunità scientifica e i responsabili politici devono essere consapevoli di chi fa gli straordinari per rallentare i progressi verso una migliore protezione della salute e dell’ambiente. Questa è una partita che non possiamo perdere. Se capiamo chi sono e cosa stanno facendo possiamo tutti resistere meglio, ecco il perché della nostra indagine”. 

Il timore è quindi che il lancio dell’aggiornamento dello studio da parte di The Lancet – una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, fondata nel 1823 – “avverrà in un clima molto più ostile di quello del 2019” anche sulla base del cambiamento che i principali social network al centro della diffusione di informazioni hanno subito negli utili anni: “Nel 2023 X ha declassato la sua funzione di segnalazione delle disinformazioni a un sistema di note della community, mentre Meta ha annullato il suo programma di fact-checking a gennaio”. In più il dilagare dell’uso dell’AI per la generazione di contenuti, rende ancora più complesso il quadro.

L’indagine pubblicata da Changing Market (scaricabile in inglese da qui) è complessa e strutturata: mostra un sistema che ha come obiettivo quello di soffocare i dati scientifici relativi all’impatto dell’industria della carne sulla salute umana e sull’ambiente, attraverso campagne fatte di attacchi personali agli scienziati, bufale e dati storpiati.