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I cartoni della pizza? Ecco quelli fatti con gli scarti della birra

Carta o indifferenziato? E’ questo il dilemma che, almeno una volta, tutti ci siamo posti ritrovandoci a fine cena con il cartone della pizza in mano. La risposta giusta è: indifferenziato. Sì, perché anche se composti al 100% di carta, i contenitori della pizza d’asporto, una volta usati e quindi sporchi, andrebbero smaltiti insieme ai rifiuti indifferenziati. Carta, dunque, ma non riciclabile, destinata a finire in discarica o nei termovalorizzatori in grandissime quantità, se si considera che solamente in Italia vengono consumate ogni giorno circa 2 milioni di pizze d’asporto. Una soluzione potrebbe arrivare dall’ultima scoperta in fatto di packaging sostenibili presentata nei giorni scorsi a Milano da Carlsberg. E’ la “Betterbox”, il primo cartone per la pizza interamente biodegradabile perché realizzato con gli scarti della lavorazione della birra.

Il cartone della pizza “che va nell’umido”

Il contenitore 100% compostabile messo a punto dall’azienda danese leader nella produzione della birra viene realizzato, ha spiegato Carlsberg presentando l’innovativo cartone, a partire da una mescola di lievito e orzo uniti ad agenti aggreganti naturali, che viene poi lasciata essiccare. Il prodotto è in fase sperimentale e, per testarne la praticità e l’apprezzamento da parte dei clienti, Carlsberg lo ha messo a disposizione di due sue pizzerie milanesi. Una novità che, se dovesse funzionare, servirebbe a ridurre una grande quantità di rifiuti indifferenziati di cartoni di pizza che, per rendere l’idea, Carlsberg ha calcolato essere pari a una pila alta ogni anno quanto due Empire State Building e mezzo.

Le bottiglie in legno

Betterbox non è l’unica novità in fatto di packaging sostenibile alla quale sta lavorando Carlsberg. Nel 2015 l’azienda ha, infatti, lanciato una collaborazione con la società di packaging danese EcoXpac, supportata da Innovation Fund Danimarca e dall’Università Tecnica della Danimarca, per mettere a punto una bottiglia di birra composta da fibra di legno che sia completamente sostenibile. Un contenitore, dunque, degradabile e non dannoso se disperso nell’ambiente, come spesso avviene per le bottiglie della birra, per il quale usare fibre di legno da alberi che verrebbero poi ripiantati nelle stesse quantità. Grazie all’uso di una nuova tecnica di essiccazione della fibra, inoltre, la Green Fiber Bottle dovrebbe richiedere meno energia per essere prodotta rispetto ai packaging tradizionali riducendo la dipendenza dai combustibili fossili nel processo di fabbricazione. “Questo progetto di collaborazione conferma il nostro impegno nella cooperazione e sottolinea l’importanza di un’economia circolare per una crescita sostenibile. Se l’innovazione della bottiglia si completerà – spiega Carlsberg – fornirà un nuovo ed entusiasmante tipo di packaging per i nostri prodotti e rappresenterà un altro passo importante nel nostro cammino verso un’economia circolare con zero rifiuti”.