Il 1 ottobre 2025 è morta a 91 anni Jane Goodall, un’icona della ricerca, della conservazione e della compassione verso gli esseri viventi. La sua vita è stata un inno alla curiosità, all’empatia e all’azione concreta per proteggere la natura, gli animali e il pianeta. Dalla sua celebre attività sugli scimpanzé in Tanzania fino alla fondazione del Jane Goodall Institute, il suo percorso è stato segnato da una costante dedizione a dimostrare che umani e animali condividono un destino comune.
Fin dagli inizi, Goodall ha sottolineato che non basta studiare gli animali “da lontano”: bisogna entrare nella relazione con loro, comprenderne il comportamento, riconoscere la loro intelligenza, i loro affetti, le loro sofferenze. Per lei, la scienza e l’etica non possono essere separate: ogni scoperta comporta una responsabilità verso la vita. Negli ultimi decenni, ha esteso il suo messaggio ben oltre le foreste del Congo e le piantagioni africane, portando con sé il tema della giustizia ambientale, della tutela degli habitat e dei cambiamenti climatici.
La posizione della scienziata sul consumo di carne
Un capitolo importante del suo impegno riguarda il modo in cui nutriamo il mondo — e in particolare la questione del consumo di carne. Jane Goodall non si è limitata a denunciare le pratiche crudeli e insostenibili dell’allevamento intensivo (anche in relazione alla pandemia) ma ha ripetutamente affermato che mangiare carne è un atto moralmente carico e distruttivo per il clima.
In un intervento presso il National Press Club, Goodall ha dichiarato con chiarezza: «Se smettessimo di mangiare tutta questa carne… la differenza sarebbe enorme». Ha spiegato che miliardi di animali allevati “in campi di concentramento” richiedono piantagioni estese per produrre mangimi, uso smisurato di combustibili fossili, trasporti, consumo d’acqua; e che gli animali stessi producono metano, gas serra potentissimo. Secondo Goodall, non si tratta solo di proteggere gli animali, ma anche di ridurre il proprio impatto ambientale attraverso scelte alimentari consapevoli.
In un’altra occasione, durante una conferenza online organizzata da Compassion in World Farming, l’etologa ha affermato che “quello che facciamo a miliardi di esseri senzienti sulla Terra ogni giorno è terribile” e ha invitato esplicitamente a «scegliere di mangiare vegetale». Ha tracciato un parallelo duro tra la brutalità inflitta agli animali e altre forme di ingiustizia, sostenendo che la nostra specie deve smettere di considerarsi superiore agli altri animali solo per convenzione. Goodall ha ricordato che anche piccoli gesti contano: ha raccontato che da giovane sua madre chiese in un negozio di alimentari uova da allevamento a terra, e che la pressione di questa scelta fece sì che il negozio cambiasse offerta.
Il ruolo delle “piccole scelte”
Il suo messaggio era essenzialmente invitare ciascuno a riflettere sul potere dell’individuo: “Le piccole scelte” – cosa compriamo, cosa mangiamo – sono leve di cambiamento. Goodall ha mostrato con passione le connessioni tra dieta, benessere animale e stabilità climatica.