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Acqua al collagene bovino: bere gli scarti di macellazione e invecchiare comunque

Se una delle poche certezze era che l’acqua fosse “acqua e basta” e che non prevedesse lo sfruttamento degli animali in qualche forma, ecco che è giunto il momento di ricredersi anche su questo. Da qualche tempo in circolazione alcune note marche di acque minerali, Sant’Anna e San Benedetto, hanno messo in vendita acque aromatizzate e arricchite con zinco e collagene. Quel collagene arriva dai bovini o meglio, dalla lavorazione degli scarti della macellazione, come succede per la classica “colla di pesce” che si usa in cucina per le gelatine alimentari.

 

Immagine da Faebook (Tosca Tasso Rosso)

Che cos’è il collagene?

Il collagene è “la proteina più abbondante nell’organismo umano – come si legge sul sito dell’Istituto Clinico Humanitas – in particolare, è abbondante nelle cartilagini, nelle ossa e, in generale, nei tessuti connettivi e forma una vera e propria impalcatura di sostegno per numerosi organi e tessuti, ad esempio la pelle”. Per produrre quello che viene utilizzato in alcune creme per la pelle e integratori si utilizza la forma animale, ossia il collagene idrolizzato che viene prodotto, come spiega la Federazione dell’Ordine dei Medici: “utilizzando gli scarti della macellazione animale, cioè ossa, teste, lische e cartilagini varie. Per prima cosa, gli scarti vengono bolliti per estrarre il collagene sotto forma di gelatina mista ad acqua. Entra poi in gioco un particolare tipo di enzimi, che sciolgono i legami tra le molecole della gelatina stessa. Una volta filtrato, disidratato e sterilizzato, il collagene idrolizzato si presenta come una polvere fine, più facilmente assimilabile e digeribile”.
È questo tipo di collagene che troviamo nelle acque addizionate e che promettono benefici per la nostra pelle.

Un vitello nei box singoli nei quali vengono tenuti dopo essere stati separati dalle madri

Il collagene “da bere” funziona?

La risposta è che non è scientificamente provato da nessuno studio. Come ha spiegato Beatrice Mautino, divulgatrice scientifica in un post del blog La ceretta di Occam  ospitato su Le Scienze : “Al momento sulla base dei dati a disposizione non si può affermare che il collagene assunto con la dieta abbia un qualche effetto sulla riduzione delle rughe”. Questo per due motivi fondamentali: da una parte gli studi che vengono costantemente realizzati su questo tema spesso non sono indipendenti, bensì finanziati dalle aziende che hanno interesse a determinare l’efficace del collagene animale stesso, il che determina la necessità di doverli leggere con molta cautela e attenzione, dall’altra i risultati ottenuti non sono mai del tutto validi.
Questo problema è stato sottolineato anche da Altroconsumo che ha spiegato come nessun claim pubblicitario che inneggi a miracolosi effetti del collagene sulla pelle sia stato autorizzato perché, di nuovo: “Non ci sono evidenze scientifiche a supporto del fatto che l’assunzione di collagene con la dieta possa in qualche modo apportare benefici alla pelle”. Quello che invece viene autorizzato è dire che lo zinco, minerale presente nell’organismo in piccole quantità, ha effetti benefici sulla pelle ed è per questo che, spiega sempre l’inchiesta di Altroconsumo, in queste acque è necessario che ci sia questo minerale addizionato per poter dichiarare che possono avere eventuali benefici sulla elasticità della pelle.
Servono gli integratori di zinco in una situazione di buona salute? No. Questo minerale è presente nei legumi secchi, nella frutta secca a guscio e in alcuni cereali come frumento, mais e riso parboiled e si assume, quindi, tramite una corretta alimentazione. 

Il collagene bovino: acqua e non solo

Oltre che in queste acque aromatizzate, il collagene di origine animale è presente sotto forma di additivo con sigla E441 nelle gelatine alimentari (dette “colla di pesce”) che possono facilmente essere sostituite con l’agar agar o con altri addensanti di origine vegetale.
Anche il collagene tratto dagli scarti della “lavorazione” del maiale vengono utilizzati in moltissimi modi: qui ve ne elenchiamo solo alcuni, tratti dal libro “Pig o5049“:

Inquinamento: bottigliette di plastica inutili

Questi prodotti non solo contengono, quindi, elementi parzialmente inutili e che arrivano dallo sfruttamento degli animali (di nuovo) ma garantiscono anche un sicuro inquinamento da plastica. Le bottigliette che contengono solamente circa 300 ml di prodotto, diventano nel giro di pochissimi minuti (il tempo, letteralmente, di bere un bicchiere d’acqua) un nuovo rifiuto da smaltire. Le aziende consigliano di assumerne “due bottigliette al giorno”.
La scelta migliore è sempre quella di bere acqua del rubinetto che è controllata e salubre, come abbiamo spiegato qui, o nel caso, scegliere acqua in bottiglie di vetro con vuoti a rendere, la scelta migliore dato che il vetro è uno dei materiali con ad altissimo tasso di riciclabilità.


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