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Il basilico di Nemo: le coltivazioni sottomarine in Liguria che puntano al futuro

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di Sara Grassi Sgarban

Temperatura, illuminazione e umidità: sono questi i fattori chiave che permettono alle piante di crescere rigogliose. Ma se il giardino si sposta sott’acqua? È la domanda che si è posto Sergio Gamberini, fondatore del Nemo’s Garden, quando nell’estate del 2012 è riuscito a unire le sue due più grandi passioni (giardinaggio e immersioni subacquee) coltivando alcune piantine di basilico sotto la superficie del mare: e ora il progetto continua.

Nove tipi di biosfera, più di 600 colture, impianti che raggiungono anche i 20 metri sotto il livello del mare. L’agricoltura idroponica e sottomarina che dieci anni fa era partita come una provocazione, una scommessa, è ora un progetto di successo con un obiettivo preciso: creare un sistema agricolo alternativo, dedicato soprattutto alle aree in cui le condizioni ambientali, economiche o morfologiche rendono la coltivazione estremamente difficile.

Attualmente, le coltivazioni industriali basate sulle monocolture in larga scala sono il modello dominante in agricoltura, trainate dal progresso tecnologico e dall’impiego massivo di pesticidi e fertilizzanti. Questi due elementi hanno sicuramente contribuito ad arricchire ed efficientare la produzione agricola, ma allo stesso tempo hanno contribuito a causare danni alla salute umana e all’ambiente che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi 50 anni. L’agricoltura idroponica, ossia quella senza terreno, e in particolare quella sottomarina, può essere una soluzione?

LE STRUTTURE

Gli impianti del Nemo’s Garden si trovano poco lontano dalla costa ligure di Noli, e sono composti da 6 “capsule”…


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