Fortunata, la pecora incinta scappata dal macello e tratta in salvo da ENPA

La storia di Fortunata è un monito per l’importanza del riconoscimento dei diritti degli animali cosiddetti da reddito: per loro, spesso, la legge non viene rispettata.

Era destinata alla macellazione prevista dai rituali islamici che si svolgono durante la Festa del Sacrificio, ma è riuscita a liberarsi dalla corda che la teneva prigioniera: è la storia di Fortunata, pecora di razza bergamasca, tratta in salvo da ENPA, e che ora vive con il suo piccolo Brembo in un rifugio per animali a Monza (Lombardia).

Una storia fortunata

L’estate scorsa, L’ENPA di Monza ha ricevuto segnalazioni da un cittadino che aveva avvistato una pecora vagante per le vie di un comune brianzolo. Su richiesta dell’ATS, l’associazione animalista, da anni in prima linea per il recupero e il salvataggio di animali in difficoltà, si è resa disponibile per portare in salvo l’animale, che gironzolava visibilmente spaventato per le vie del paese.
Per i soccorritori, “il suo recupero è stato un’impresa ardua“. Una volta portata al rifugio di ENPA a Monza, dopo un’ora e mezza di tentativi per catturarla, la pecora è stata visitata dai veterinari dell’ATS: riportava un profondo solco inciso nella carne, causato da una corda che le era stata legata stretta attorno ad una zampa. Questo segno sul corpo ha fatto subito pensare che si trattasse di una pecora acquistata da un pastore per essere macellata abusivamente durante la Festa del Sacrificio, che viene celebrata dalla comunità islamica. Il destino ha voluto che la corda si spezzasse e la pecora, chiamata per questo motivo con il nome di Fortunata, è riuscita a liberarsi.

I veterinari, nonostante il solco nella carne, hanno constatato le ottime condizioni di Fortunata, che si è scoperto anche essere incinta. 7 settembre scorso, infatti, è nato Brembo, che ora vive con mamma Fortunata al rifugio di Monza, socializzando con gli altri ospiti del rifugio.

Maltrattamenti sugli animali da reddito: più controlli e pene certe

È stata accolta con grande soddisfazione la sentenza del Tribunale di Piacenza, che nel 2019 ha condannato per maltrattamento un uomo, accusato per aver cagionato lesioni e gravi ferite ad una pecora, tanto da dover essere soppressa. Per Carla Rocchi, presidente nazionale ENPA, “sentenze come quella del Tribunale di Piacenza sono importantissime perché ribadiscono ancora una volta che la tutela degli animali ed il rispetto delle leggi non riguardano solo gli animali da affezione, ma la strada per il riconoscimento dei diritti degli animali cosiddetti da reddito è ancora in salita“. Basti pensare alle condizioni in cui migliaia di animali vengono fatti viaggiare, violando completamente il Regolamento Europeo sul trasporto degli animali. “Servono controlli e conseguenze certe per chi infrange le regole” conclude Carla Rocchi.

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