Jan Claus Di Blasio: “Lo sport vegano non solo è possibile, è meglio”

Vegansport è l’associazione nata per dimostrare come sia possibile scegliere un’alimentazione vegetale e praticare sport: i fondatori, amanti della corsa, affrontano ogni maratona per raggiungere sia un obiettivo sportivo che di vita!

dieta vegana e sport

Sono innumerevoli le leggende ricamate attorno alla dieta 100% vegetale: lo sappiamo bene, convinzioni, convenzioni e abitudini sono difficili da scalfire. Tra queste c’è sicuramente la credenza di non poter praticare sport a livello professionale se non si segue un’alimentazione onnivora. “Vegansport” è l’associazione che nasce per sfatare questo mito assicurando una sana e adeguata informazione sul tema. Nato come network per collegare appassionati sportivi, nel 2017 è diventata una vera e propria associazione: ogni iscritto può contribuire ad arricchire la conoscenza sull’argomento condividendo la propria esperienza e diventando portavoce del messaggio partecipando a eventi e gare. Per scoprire il successo di questa realtà la redazione di Vegolosi.it ha intervistato Jan Claus Di Blasio, uno dei fondatori.

Possiamo sfatare il mito secondo cui per praticare sport è indispensabile mangiare carne?

Indubbiamente, e in verità nessun derivato animale! Gli sportivi si avvicinano sempre di più ad una dieta interamente vegetale, che si parli degli amatori o dei professionisti di altissimo livello. Alle ultime olimpiadi invernali ad esempio hanno partecipato numerosi atleti vegani, alcuni dei quali, come Meagan Duhamel (pattinatrice canadese), hanno portato a casa delle medaglie. La cosa interessante è che questo fenomeno spazia su molte discipline ed a vari livelli. L’ultimo documentario di James Cameron, uscito da poco, è dedicato interamente a questa nuova generazione di atleti vegani “The Game Changers”.
Dimostriamo che è possibile essere vegani e praticare sport con la nostra presenza a numerose manifestazioni nazionali ed internazionali, nel nostro piccolo, ci riteniamo ambasciatori degli sportivi vegani. L’idea poi, di riunirci in un’associazione sportiva, permette di avere maggiore visibilità e di dimostrare che non si tratta solo di casi “eccentrici” ed isolati, ma invece di una realtà in forte crescita.

vegan e sport

Jan Claus Di Blasio (sulla sinistra) e un collega sportivo mentre si riscaldano prima di una gara all’ombra del Colosseo

Secondo te quanta carenza di informazioni di qualità c’è su questo tema?

Purtroppo in Italia molta. I preparatori atletici più informati non contraddicono la scelta vegana ma fanno ben poco per incoraggiare le persone, animate da un desiderio di poter ottenere risultati rapidamente, probabilmente seguono diete standardizzate o fai-da-te che prevedono ampio uso di derivati animali. Altri, forse meno preparati o che hanno seguito solo un percorso “tradizionale” raccontano spesso aneddoti fantasiosi e contribuiscono ad alimentare un clima di disinformazione ampiamente gonfiato dalla caccia alle streghe alla quale assistiamo tutti i giorni nei media. Si tiene così in vita una vera e propria mitologia dello sport che annovera tra i suoi dogmi, ad esempio, quello delle “proteine nobili”.

Avete riscontrato la curiosità e l’interesse anche di chi segue una dieta onnivora?

Sicuramente indossando le nostre magliette in una gara competitiva porta molti a confrontarsi con una realtà probabilmente fino a quel momento ignorato. Purtroppo l’ambiente sportivo continua ad incoraggiare con insistenza il consumo di derivati animali e sfatare questo tabù rappresenta certamente la nostra maggiore “missione”. Le discussioni che emergono si concentrano soprattutto sull’alimentazione e le prestazioni sportive, ma sarebbe forse più costruttivo poter costruire un discorso più complesso ed olistico che, a mio modesto avviso, è imprescindibile dalla filosofia della disciplina sportiva. In ogni caso, mens sana in corpore sano non è un’espressione antiquata ed obsoleta ma di urgentissima attualità!

L’esperienza personale è sempre fondamentale per avvicinare gli altri ad un certo stile di vita: potresti raccontarci il tuo percorso, come ti sei avvicinato all’alimentazione vegana e allo sport?

Sono diventato vegetariano nell’autunno del 2011, dopo aver finalmente ceduto all’ennesima descrizione di un mattatoio (raccontata da Tom Regan nel libro “Gabbie vuote“). Mi ero portato appresso per tanti anni una contraddizione evidente nella mia maniera di relazionarmi con gli altri animali e poter mettere finalmente da parte la carne ed il pesce è stata quasi una forma di liberazione. In seguito nell’estate del 2013, insieme a mia sorella (diventata poi vegana anche lei), ho partecipato al festival VolterraVeg e la visione di un video sull’industria del latte ha radicalmente cambiato la mia vita. Da allora ho eliminato tutti i derivati animali e il mio unico rimpianto è quello di non aver preso questa strada molti anni prima.

Per quanto riguarda l’attività sportiva, sono sempre stato un ragazzo attivo. Ho imparato a sciare da piccolo, ho cominciato a praticare sport in natura da bambino (soprattutto nel mio cantone in Svizzera), sono portiere di calcio da vent’anni (anche se al momento alleno una squadra femminile e ho smesso temporaneamente di giocare) e da circa 5 anni ho scoperto la corsa. Eppure, da quando sono vegano, ho l’impressione di avere maggiore energia e stimoli.

dieta vegana e sport

Hai mai avuto problemi o difficoltà nel seguire una dieta vegana e praticare sport?

Nessun problema. Ho anche sperimentato con il crudismo con dei risultati molto interessanti. In ogni caso, quando avevo cominciato a dedicarmi con maggiore interesse (oggi un po’ assopito) al body building, il mio sviluppo muscolare non era inferiore a quello di altri “debuttanti”. Nel 2016, inoltre, insieme a mia sorella, abbiamo percorso il Cammino di Santiago da vegani (un’esperienza che ho raccontato in alcuni articoli), completandolo (anche se non ritengo che il Cammino debba essere una “gara”) in 25 giorni di cammino effettivi alimentandoci chiaramente solo con cibi vegetali.

Puoi dare qualche consiglio pratico a tutti gli sportivi che vogliono avvicinarsi all’alimentazione vegana ma temono che non sia sufficiente?

Il consiglio è soprattutto quello di informarsi a riguardo. Oramai, il web è ricco di risorse ed oramai i nutrizionisti vegani in Italia non sono più una rarità. Poi ognuno deve imparare ad essere in sintonia con il proprio corpo e riconoscere quali siano le proprie caratteristiche ed eventualmente i propri limiti. Io ad esempio, ho letto i libri dell’ironman Brendan Brazier che sono tuttora di grande ispirazione.

La rete di vegani sportivi che state creando è molto bella: prima di tutto condividete delle passioni e uno stile di vita. Ci potresti raccontare qualcosa a riguardo?

Forse a differenza di altre reti condividiamo anche un’etica del vivere e questo ci porta ad avere una filosofia forse più olistica e coerente e credo diminuisca anche l’individualismo a favore del lavoro di squadra. Io ed altri continuiamo ad essere “attivisti”: quando non siamo in strada o in piazza con le nostre associazioni per i diritti animali (come Animal Equality) siamo in pista o in natura per dimostrare che, a detta di Melanie Joy, nulla di tutto ciò sia necessario, naturale e normale. Insomma, siamo “demolitori” di miti e speriamo nel nostro piccolo di contribuire alla liberazione animale. Inoltre, dal nostro statuto abbiamo rimosso qualsiasi possibilità di sfruttamento animale e cerchiamo solo sponsor che condividano la nostra etica e con i quali possiamo collaborare per la realizzazione di eventi anche sociali.

Quali attività promuovete e in che modo diffondete il vostro messaggio?

In quanto associazione, grazie all’affiliazione con varie federazioni sportive, permettiamo ai nostri iscritti di partecipare regolarmente alle gare nazionali ed internazionali. Il nostro obbiettivo è quello di essere portatori di un messaggio e con il nostro sudore e la nostra passione, aiutare gli animali in difficoltà e le persone incredibili che gestiscono i santuari italiani. Sul lungo termine vorremmo anche organizzare conferenze con atleti italiani e stranieri, proiezioni di documentari, presentazioni di libri, passeggiate ed escursioni e molto altro.

 

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