Torino e il nuovo “zoo”, l’assessore Giannuzzi: “E’ vero, ma non possiamo fermarlo”

Torino parco Michelotti

(Nell’immagine una della vasche che contenevano le foche nel vecchio zoo di Torino sito nel parco Michelotti)

Le petizioni online contro l’apertura di un nuovo zoo a Torino, non sono infondate, lo conferma ai microfoni di Vegolosi.it, l’assessore all’Ambiente Stefania Giannuzzi: “La vicenda è molto complessa e va capita fin dalle sue origini, anche per determinarne la responsabilità politica”.

Dal bando pubblico al progetto della società Zoom

L’area verde del parco Michelotti, situato nella zona centrale a Torino è attualmente chiusa e in stato di abbandono “in questo momento è anche occupato, ci dormono sia italiani che stranieri – spiega l’assessore Giannuzzi – inoltre al suo interno ci sono anche degli edifici pericolanti”. Nel 2014 venne reso pubblico il bando per la gestione trentennale dell’area che non poteva essere gestita dal Comune poiché i costi erano troppo onerosi. Al bando partecipò solamente la società Zoom conosciuta a Torino perché gestisce già il bio parco di Pinerolo – “Ai tempi – continua Giannuzzi – parteciparono solamente loro”.  Nel 2015 l’amministrazione comunale, guidata da Piero Fassino, firmò con la società una concessione provvisoria mentre quella definitiva venne firmata il 29 Giugno del 2016 “Ossia pochi giorni prima che la nostra giunta – spiega l’attuale Assessore all’Ambiente – si insediasse”.

schermata-2017-01-07-alle-16-01-37Il ricorso delle associazioni contro il bio parco

Pochi mesi fa un gruppo di associazioni ha fatto partire un ricorso contro il progetto della Zoom a Torino basandolo due due punti essenziali: il primo la concessione di un’area per così tanti anni (trenta) ad un privato e il secondo sulla presenza di animali nel nuovo parco dopo che l’ex zoo della città era stato chiuso trent’anni fa anche grazie alle proteste dei cittadini.
In questo momento il contratto definitivo con la società Zoom non è ancora stato firmato, ma progetti e idee sulla nuova destinazione del parco ci sono già e prevedono “Due aree, una più esterna ed una più interna nelle quali certamente ci saranno animali, sia da cortile che animali selvatici come farfalle e rettili”- conferma Giannuzzi.

Si può fermare questo progetto?

“Dal punto di vista politico siamo in difficoltà, perché non possiamo fermare questa procedura anche se avevamo spiegato in campagna elettorale che avremmo fatto di tutto per fermarlo, ma allora l’iter amministrativo non si era ancora concluso e potevamo intervenire – racconta l’Assessore all’Ambiente di Torino, una delle fautrici dell’idea di Torino come capitale veg d’Italia – il problema è che per fermare questo progetto ci devono essere cause di forza maggiore, come un alluvione che impedisce l’uso dell’area, oppure, citando il regolamento:“sopravvenuti motivi di pubblico interesse, mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento o, salvo per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione  di vantaggi economici, di nuova valutazione dell’interesse pubblico originario”, in caso contrario il Comune viene citato per danni erariali che ad oggi non sono quantificabili; in poche parole il Comune di Torino potrebbero dover pagare i danni anche del mancato guadagno di Zoom per i prossimi trent’anni“.
Nessuna speranza quindi? “Alcuni margini ci sono perché il progetto deve ancora ottenere la valutazione di impatto ambientale, ossia una procedura di competenza provinciale e questo significa che faremo incontri con la società Zoom per migliorare il progetto.

La petizione contro lo zoo di Torino

Le associazioni sono agguerrite e online c’è già una petizione per chiedere che il Sindaco Chiara Appendino non dia il via a questa attività, ma come è facile capire, non si tratta di un potere concesso al sindaco. “Le associazioni ci chiedono di avere coraggio, di metterci in mezzo, ma il mio coraggio si ferma davanti alla possibilità di un danno erariale che cadrebbe sui cittadini e che, soprattutto, non è calcolabile e potrebbe davvero essere alto”.

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