La Germania segue Singer: menu veg agli eventi ufficiali

Il Ministero dell’Ambiente tedesco vieta di servire carne, pesce e derivati animali ai ricevimenti ufficiali del dipartimento, solo prodotti bio e a km 0

gerrmania

La ministra tedesca dell’Ambiente, la socialdemocratica Barbara Hendricks, ha disposto che durante i pranzi e i rinfreschi serviti alle riunioni ufficiali del suo dipartimento vengano serviti esclusivamente menu vegetariani e vegani a base di prodotti a chilometro zero e frutta e ortaggi bio.

Il Ministero dell’Ambiente, riporta il quotidiano tedesco Bild, avrebbe proibito di servire agli eventi ufficiali a partire dal febbraio 2017 carne, pesce e derivati a favore di materie prime rigorosamente di stagione e provenienti da agricoltura locale per una spesa media di massimo 33 euro a persona per il cibo e di 6 euro per le bevande.

La lezione di Peter Singer

La proposta di Barbara Hendricks pare una risposta diretta (ma forse non voluta) alla riflessione del filosofo Peter Singer in merito alla coerenza etica che deve permeare la vita tanto privata quanto pubblica di un uomo politico.
Peter Singer, uno dei massimi teorici e filosofi della liberazione animale, proprio ai microfoni di Vegolosi.it aveva infatti spiegato la necessità, per i politici candidati o eletti, di rendere pubblica la loro scelta alimentare perché sia chiaro ai possibili elettori chi stanno votando anche a partire da una riflessione su ciò che mangiano. Il motivo è molto semplice “se i politici affermano che stanno cercando di ridurre l’impatto del cambiamento climatico, per esempio, ma loro stessi mangiano carne, o il partito serve carne nei loro uffici forse non sono così sinceri sulle loro intenzioni perché dobbiamo agire a livello individuale tanto quanto a livello politico”. Un uomo che segue uno stile di vita etico nella sua vita privata sarà anche un politico che agisce in modo etico nella vita pubblica.

Germania, nazione vegan

La Germania si è sempre distinta, rispetto a molte altre nazioni d’Europa, per un atteggiamento di grande apertura nei confronti dell’alimentazione vegana rendendo Berlino una delle capitali più vegan-friendly del vecchio continente. Con i suoi 8 milioni di vegetariani e 900.000 vegani l’anno scorso la Germania aveva stabilito ufficialmente una definizione standard del termine “vegan” per facilitare la vita ai consumatori tedeschi e imporre ai produttori dei rigidi protocolli nella catena di produzione che certifichino al 100% che nessun colorante, additivo o residuo di prodotto animale sia presente nei cibi a marchio vegan.

Negli ultimi anni poi i supermercati specializzati, i ristoranti etnici, i mercati ma anche i fast food che offrono prodotti bio con un’ampissima varietà di scelta per chi non mangia carne e pesce si sono moltiplicati per far fronte a delle esigenze di mercato sempre più spostate verso alimenti cruelty-free e una domanda sempre più orientata verso la cucina vegetariana: insomma, altro che würstel e crauti! Berlino è sempre più vegan e bio.

Serena Porchera

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