Intervista ad Andrea Segré – Contro lo spreco, serve un po’ di ecologia domestica

Andrea SegrèLo spreco alimentare in Italia costa tantissimo, in media 7 euro a famiglia ogni settimana. A seconda del tipo di consumatore (o spreco-tipo) con cui si ha a che fare, a volte il cibo acquistato scade, altre fa la muffa, altre ancora se ne cucina troppo e non se ne conservano gli avanzi. Tutto questo fa buttare 8,7 miliardi di euro nella spazzatura ogni anno.

Se ne è parlato lo scorso 9 ottobre al Circolo della stampa di Milano con Andrea Segrè, fondatore di Last minute market, l’esperto di statistica Furio Camillo, dell’osservatorio nazionale sugli sprechi Waste Watcher e Maurizio Pessato della società demoscopica SWG durante la presentazione di Knowledge for Expo, il nuovo osservatorio sugli sprechi alimentari che mette insieme le competenze delle tre realtà citate.

Ma gli italiani come si comportano? Sono pronti a cambiare rotta? Ecco cosa ci ha raccontato proprio il Andrea Segrè.

Come nasce l’idea di Knowledge for Expo e qual è l’obiettivo?
Vogliamo migliorare i contributi e le conoscenze su un tema che è fondamentale, ossia nutrire il Pianeta. La FAO da un lato ci dice che dobbiamo aumentare la produzione di cibo del 60 per cento da qui al 2050, quando saremo 9 miliardi e dovremo tutti mangiare e bere, e dall’altro ci informa che buttiamo via da un terzo alla metà della produzione agroalimentare mondiale. Con Knowledge for Expo vogliamo quindi porre l’attenzione su questo tema in modo preventivo e arrivare al 2015 con un’azione, una riflessione, una sensibilizzazione sui contenuti. L’obiettivo è dare valore al cibo: dentro di esso ci sono il lavoro, il territorio, le risorse naturali limitate, l’acqua, l’energia, i redditi dei lavoratori, la spesa dei consumatori, la questione della fame da una parte e dell’ipernutrizione (ossia dell’obesità) dall’altra. Noi crediamo che con questo lavoro prepariamo il nostro Paese, l’Europa e il mondo su temi che sono cruciali.

Ma come si comportano gli italiani?
Be’ il problema c’è: sprechiamo oltre 8 miliardi di euro l’anno, pari allo 0,5 per cento del Pil. Una cifra davvero rilevante. Tuttavia sta crescendo la sensibilità: siamo pronti, ponendoci il problema, a fare anche delle azioni correttive in una visione che guardi al futuro. Dalla ricerca vien fuori che il meno sprecone è anche una persona un po’ triste, meno allegra, ha meno vita sociale… noi vogliamo cercare di reindirizzare questo comportamento. E in un’ottica di sostenibilità. Indagare sui consumatori e chieder loro cosa pensano è stato molto interessante: al primo posto tra le azioni da compiere è stata segnalata l’educazione delle nuove generazioni al non-spreco, cosa che noi diciamo da tempo.

Ci darebbe 3 consigli per cambiare rotta ed evitare lo spreco alimentare?
Sicuramente il primo è quello di fare un po’ meglio la spesa, magari con una lista e a stomaco pieno. Per chi può, farla online aiuta a capire cosa serve e a ridurre ulteriormente gli sprechi. E poi dobbiamo usare meglio due strumenti, che sono fondamentali e di cui abbiamo un po’ dimenticato il vero utilizzo: uno è il frigorifero, che avrebbe uno scopo non stipatorio, ma conservatorio; l’altro sono i fornelli, dobbiamo tornare a cucinare. E’ vero, abbiamo poco tempo, però forse i corsi di economia domestica che facevano le nostre mamme e nonne dovrebbero rientrare, modificati ovviamente, nei nostri percorsi scolastici. Potremmo chiamarli corsi di “economia e ecologia domestica”… farebbero bene a tutti!

Chiara Boracchi 

[Foto: www.andreasegre.it]

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