Ecco la nostra città vegan ideale: viaggiate con noi

Vegan city

Cari amici di Vegolosi, fate le valigie perché oggi facciamo un viaggio. Partiamo alla volta di un posto bellissimo in cui regna il rispetto dell’uomo verso gli altri uomini e verso gli animali, in cui la pace parte dalla tavola e ingloba tutte le sfere della vita. Un posto in cui tutti ci sentiamo a casa, in cui le nostre giornate sono scandite dai ritmi naturali e i nostri pasti derivano da quello che la terra propone: niente arance a luglio e angurie a dicembre, insomma. La nostra destinazione è Vegan-City, che è un po’ come Gotham-City, ma è il posto in cui ristoratori, baristi e supermercati fanno di tutto per soddisfare le richieste che derivano dalla scelta alimentare veg e in cui, soprattutto, nessuno chiede “dove le prendete le proteine?”. Piccolo dettaglio, ma di poco conto: questo posto non esiste. È bello vivere di sogni quindi questo posto ideale noi lo possiamo solo immaginare: di seguito perciò elenchiamo quelle che sono le caratteristiche che la città veg-friendly per eccellenza dovrebbe avere. Il presupposto, ovviamente, è che la raccolta differenziata sia attiva ed efficiente e che supermercati, ristoranti e abitazioni private evitino in tutti i modi lo spreco alimentare (ma questo è un discorso che dovrebbe valere per tutti, nel mondo reale).

VegRistoranti e VegNegozi

Requisito fondamentale e basilare per una città veg friendly che si rispetti è la presenza di un menu veg in tutti i ristoranti con cibo, magari, a chilometro zero. Perché sì, è buona anche l’insalata con i pomodori che arriva come contorno ma, guarda un po’, anche i vegetariani e i vegani possono mangiare antipasto primo secondo contorno frutta dolce caffè e ammazzacaffè. Altro requisito fondamentale riguarda i negozi di abbigliamento: tutti hanno un ampio assortimento di capi che non abbiano richiesto maltrattamenti degli animali, quindi al bando le giacche in pelle (non siamo mica Arthur Fonzarelli in arte Fonzie, la moda è cambiata, eh).

Insalata

VegEdicole

Al mattino sono fondamentali. Usciamo di casa, facciamo pochi passi in strada, arriviamo all’incrocio e troviamo un’edicola che espone bene in vista magazine, riviste e libri per migliorare e perfezionare la nostra cucina veg. Non solo parlando di ricette (quelle, in un mondo ideale, sono ad appannaggio esclusivo di Vegolosi, ovviamente), ma anche di cultura vegetariana e vegana: life style, abbigliamento, consigli per la cosmesi, tutto rigorosamente in chiave friendly.

VegTrasporti

Visto che parliamo di idealtipi, nella nostra città vegan friendly ci sono metropolitane, tram e autobus (ecologici, ovviamente il tasso di inquinamento è bassissimo). Già che ci siamo, i trasporti di superficie e quelli sotto terra funzionano alla perfezione, non si bloccano nelle ore di punta né accumulano ritardi. Ci rendiamo conto che questo sogno è un po’ esagerato ma dai, sognare non costa nulla. Qualcosa di più concreto? Certo: distributori automatici in chiave veg con dentro frutta, verdura, insalate di cereali e semi oleosi. Inseriamo un paio di monete e il gioco è fatto: la nostra merenda è pronta e possiamo consumarla agevolmente mentre siamo seduti in metropolitana. Si anche un po’ di parcheggi in più per le biciclette in giro non guasterebbero, e sarebbe favoloso eliminare anche tutti gli amministratori di condominio che fanno la guerra alle biciclette, per esempio.

Metropolitana

VegOspedali

A chi chiedere consigli sulla vitamina B12? A chi chiedere pareri nutrizionali? A chi chiedere un piano alimentare specifico in base alle nostre esigenze? È presto detto: nella nostra città veg friendly ideale, in tutti gli ospedali ci sono esperti di nutrizione. Persone che sanno quel che fanno e dicono e che non sgranano gli occhi quando arriva una donna in dolce attesa che annuncia urbi et orbi di essere vegetariana, perché lo svezzamento vegan è possibile e anzi raccomandabile.

VegMass Media

Sul canale televisivo che ha sede nella nostra città ideale, all’ora di pranzo, nei programmi di cucina, il nostro chef Cristiano Bonolo ha uno spazio tutto suo. Almeno un’ora di trasmissione in cui può presentare le sue creazioni e ospitare altri chef che credono nella cucina vegetariana e vegana con cui proporre menu diversi ogni giorno. A dimostrazione del fatto che questo stile alimentare permette di nutrirsi in maniera estremamente varia e senza escludere alcun nutriente. Ah, poi ovviamente in radio passano continuamente canzoni di Miley Cyrus, Paul McCartney o di Morrissey e al cinema ci sono molto spesso film con Natalie Portman, Ben Stiller e Jared Leto. E in tv rimandano in onda per la cinquecentesima volta tutte le puntate di “Baywatch”, con Pamela Anderson a cui noi vogliamo bene soltanto – ovviamente – per il suo essere paladina per i diritti degli animali e vegetariana da anni.

Esagerati? Probabilmente sì. Però noi qui parliamo di sogni, quindi non si esagera mai. Sognare non costa nulla. Però in tutti i sogni – Sigmund Freud perdonaci, davvero – una base di verità c’è: sarebbe bello se ci fossero, anche per i vegetariani e i vegani, sempre le possibilità che la nostra società concede a tutti gli altri. La norma principale dovrebbe essere il rispetto e la buona convivenza reciproca, che è ontologicamente dentro il concetto stesso del momento in cui ci sediamo a tavola.

Domenico D’Alessandro

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