Di Caprio: portavoce contro la carne per gli hindu?

Pare che RSS, un movimento nazionalista hindu, voglia ‘assoldare’ l’attore come voce occidentale per promuovere una campagna anti-manzo.

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Leonardo Di Caprio ci ricasca: no, non stiamo parlando di una nuova fiamma bionda con cui aggiornare il ricco curriculum del Premio Oscar, ma di una nuova iniziativa in favore dell’ambiente e dei diritti animali. Forse.

Di cosa si tratta

Come riporta il Daily O, il capo della Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) Mohan Bhagwat e il Segretario Generale Dattatreya Hosabale il prossimo 31 luglio saranno nel Regno Unito per celebrare il cinquantesimo anniversario del RSS, un gruppo nazionalista hindu da sempre refrattario alla cultura e allo stile di vita occidentali. Per quello che può essere considerato il lancio internazionale del movimento – anche se sembra una contraddizione in termini – l’RSS avrebbe deciso di fare le cose in grande circondandosi di star come Richard Branson, David Attenborough e, appunto, Leonardo Di Caprio. Ma cos’ha in comune il bel Leo con l’RSS? Il veganismo: uno dei punti cardine del programma hindu, infatti, che sostiene il divieto totale alla carne bovina. E chi meglio di Di Caprio per lanciare questo messaggio? Se i capi del movimento hindu spingono in tal senso per questioni religiose, Di Caprio è da sempre ambientalista e a più riprese ha denunciato i danni provocati dall’industria della carne in termini di inquinamento e cambiamento climatico.

Di Caprio leader ambientalista e animalista

Al di là della notizia in questione – in attesa di conferme da parte del diretto interessato – è noto l’impegno dell’attore, vegano, per l’ambiente e per i diritti animali: lo scorso anno ha dato il suo contributo per rendere disponibile sulla piattaforma Netflix, quindi a un pubblico molto più ampio, il documentario Cowspiracy, che denuncia le organizzazioni ambientaliste che non prendono posizione netta contro gli allevamenti intensivi, primi responsabili dell’inquinamento e del cambiamento climatico in atto.

Qualche mese fa si è invece recato a Sumatra, sesta isola del pianeta e profondamente danneggiata dalle piantagioni per l’olio di palma, annunciando il suo progetto di un’area protetta per il rarissimo elefante indonesiano e per altri animali in pericolo. Più recentemente ha donato 650mila euro e stretto una partnership con R20 (Regions of Climate Action), coalizione di governi regionali nata nel 2010 (con il supporto dell’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger e delle Nazioni Unite) con lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra: con i soldi guadagnati l’associazione potrà selezionare e finanziare le migliori iniziative nel settore energetico e infrastrutturale.

Yuri Benaglio 

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