Caprette della Palmaria: “Giù le mani da questi animali meravigliosi”

Dopo la minaccia della macellazione il destino delle caprette della Palmaria, isola ligure di cui sono il simbolo da oltre 60 anni, è ancora incerto.

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Il caso delle caprette della Palmaria è ormai un fenomeno mediatico: da qualche tempo, infatti, si sono accesi i riflettori sulla battaglia che le associazioni animaliste stanno combattendo contro il sindaco dell’isola ligure, Matteo Cozzani, per evitare che questi animali vengano “sfrattati” dall’isola. La questione, in realtà, sembrerebbe aperta già dal 2009, ma è stata la nuova giunta comunale a riprendere lo scontro per cacciare le caprette. L’accusa? Una vecchia perizia di un biologo, risalente ormai a 10 anni fa, le ha indicate come “razza aliena” per il territorio.

Gli antefatti

Parliamo di 100 esemplari di capre tibetane, importati sull’isola circa 60 anni fa da un uomo che le ha successivamente liberate. È vero, quindi, che le caprette non sono una specie autoctona dell’isola, ma è anche vero che stiamo parlando di animali che vivono autonomamente sul territorio ormai da più di mezzo secolo e che risultano addirittura utilissimi per la pulizia del sottobosco. Anni fa sono stati stanziati dalla Regione Liguria 51 mila euro che dovevano servire per allontanare le caprette; di quei soldi la vecchia giunta comunale ne ha spesi nel 2007 più della metà (37 mila, per la precisione) per la cattura e lo spostamento degli animali, evidentemente senza successo.

La bomba è scoppiata quando il nuovo sindaco, prendendo in eredità la questione dalla vecchia giunta, ha proposto l’abbattimento e la macellazione delle caprette, in ottemperanza alla volontà di eliminare gli animali dall’isola. Varie sono le associazioni animaliste che si sono schierate a difesa di questi animali, anche Edoardo Stoppa – l’inviato “amico degli animali “di Striscia la Notizia – si è recato sul luogo per focalizzare l’attenzione mediatica sul problema e addirittura Vittorio Sgarbi, critico d’arte che ha fatto del suo insulto-tormentone “capra! capra!” la sua firma di riconoscimento, si è schierato contro l’uccisione delle caprette.

La situazione attuale

“I turisti e quasi tutti gli abitanti dell’isola Palmaria adorano le caprette – ha affermato ai nostri microfoni Loredana Parodi, fondatrice dell’associazione “Il cuore degli animali”, che è intervenuta in prima persona per evitare il massacro – perché si tratta di animali tranquilli e assolutamente innocui per l’uomo (a cui, tra l’altro, sono perfettamente abituati) e per l’ambiente. La soluzione migliore sarebbe quella di sterilizzare i maschi, che sono solamente 4, e aspettare che le caprette si estinguano in maniera naturale”. In seguito alle polemiche il sindaco Cozzani ha fatto dietrofront, accettando di accantonare l’idea della macellazione (e successiva vendita) delle caprette, ma restando fermo sulla necessità di allontanarle al più presto.

Nella questione interverrà nei prossimi giorni anche un noto legale per la tutela dei diritti animali, con l’obiettivo di raggiungere un accordo che preveda di spostare dall’isola solo una parte delle caprette: “Vorremmo lasciare almeno una trentina di esemplari sul territorio, perché continuino ad esserne il simbolo, mentre gli altri – se saremo costretti – li trasferiremo in oasi protette. Di macellazione certamente non se ne parla” ha continuato la signora Parodi. La questione, quindi, è ancora aperta: vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi.

 

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