Buenos Aires chiude lo zoo: “Situazione degradante”

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Dopo ben 140 anni di attività, lo zoo di Buenos Aires sta per chiudere i battenti. Ad annunciarlo è stato il sindaco della città argentina, Horacio Rodríguez Larreta, lo scorso giovedì durante una cerimonia ufficiale: “Questa situazione di cattività è degradante per gli animali, non è il modo per prendersi cura di loro”.

La struttura, che dal 1888 è proprietà della città e ospita più di 2500 esemplari di animali esotici allevati in cattività, è situata nel famoso quartiere Palermo e si sviluppa su oltre 18 ettari di terreno. Questi, entro la fine dell’anno, saranno adibiti alla realizzazione di un moderno bioparco dove gli animali non vivranno più in gabbie o recinti, ma piuttosto in grandi spazi aperti molto simili al loro habitat naturale, recintati con barriere fisiche spesso nemmeno percepibili dagli animali e dal pubblico. Il nuovo bioparco sarà “un luogo dove i bambini potranno imparare a prendersi cura di e a relazionarsi con le diverse specie animali –  ha detto il sindaco – alle quali dobbiamo dare il massimo valore possibile. E il modo in cui vivono qui non è certamente il modo per farlo”.

Lo zoo ha rappresentato finora una delle principali attrazioni di Buenos Aires, ma è stato anche oggetto di numerose critiche negli ultimi anni, dovute soprattutto alla condizione in cui erano detenuti alcuni orsi polari: l’ultimo di loro, Winner, è morto tre anni e mezzo fa a causa delle temperature troppo elevate che era stato costretto a sopportare a lungo. “La cosa più importante è rompere con lo schema della prigionia e dell’esibizione” ha dichiarato alla stampa Gerardo Biglia, attivista di lunga data per la chiusura del giardino zoologico di questa città.

Molti degli animali ad oggi rinchiusi nello zoo saranno liberati nella Reserva Ecològica, una vasta riserva ecologica nel cuore di Buenos Aires che ha la funzione di preservare la biodiversità del luogo. Tra questi ci sarà anche Sandra, uno dei due oranghi protagonisti della sentenza habeas corpus di un paio di anni fa, con la quale la Corte dei Giudici di Buenos Aires li ha ufficialmente dichiarati “persone non umane”, aventi il diritto all’integrità fisica della libertà.

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