Alimentazione vegana per bambini: i consigli per i “veg junior”

“Veg junior” è titolo del libro di Nicla Signorelli: un vero e proprio manuale con ricette e consigli per gestire al meglio l’alimentazione a base vegetale dei nostri bambini

Alimentazione vegana bambini

Quattro figli e il bisogno di fermarsi per fare il punto su quello che ogni giorno si porta in tavola e costituisce la base dell’alimentazione e delle abitudini alimentari dei nostri figli. E’ così che inizia la storia di Nicla Signorelli, giornalista, autrice di “Veg Junior. Perché mio figlio ha bisogno di una dieta vegetale e integrale”, edito da Edizioni Il Punto d’Incontro.

Nel manuale, introdotto da una prefazione di Colin Campbell, l’autore dello studio best seller mondiale sull’alimentazione vegetariana e vegana “The China Study” che Signorelli ha portato più volte in Italia, l’autrice racconta la sua storia di mamma che, di fronte a un problema di salute di uno dei suoi figli, decide un giorno di capirne qualcosa di più. E inizia a studiare: un percorso che progressivamente porta la sua famiglia a rivedere completamente le proprie abitudini alimentari. Il libro raccoglie l’esito di quelle ricerche e delle relative applicazioni pratiche nella vita di tutti i giorni, con ricette e consigli su come gestire i diversi momenti della giornata.

Abbiamo incontrato Nicla Signorelli dalla quale ci siamo fatti dare qualche dritta utile per organizzare al meglio l’alimentazione vegana per bambini.

veg-juniorPartiamo dalla colazione. Come si può impostarla nel modo migliore sia per i bambini che per gli adulti, compatibilmente con quelli che sono i ritmi, spesso frenetici, che accompagnano le prime ore della giornata?

Con pazienza, ovviamente, ed elasticità al cambiamento, capendo che questo è necessario per la salute. Un bambino, così come un adulto, deve darsi il tempo di “masticare” già dal primo mattino. È per questo che abbiamo i denti: la digestione inizia in bocca e con la saliva l’organismo inizia a ricavare i giusti quantitativi di nutrienti ed energia da ciò che “si mette sotto i denti”.

Quindi, cosa mettiamo in tavola?

Le vecchie fette di pane integrale spalmate di marmellata fatta in casa, tahin, nocciolata così come cerali croccanti conditi con un po’ di frutta fresca o secca e semi oleaginosi vanno benissimo e possono essere accompagnati da latte vegetale, tisana calda o del succo di arancia per essere leggermente ammollati (anche solo acqua calda va bene a questa finalità). È importante che la colazione ritorni a essere un piccolo pasto, composto da tutti i macronutrienti indispensabili (grassi, proteine e carboidrati) in proporzioni corrette e, soprattutto, che sia masticato.

E nello nello zaino di scuola per lo spuntino di metà mattina, invece, cosa infiliamo?

La merenda a scuola è il momento più critico, soprattutto all’inizio di un cambio alimentare. In questo caso, con calma e pazienza, la merenda può diventare un bel frutto fresco accompagnato da pane integrale semplice o con marmellata senza zucchero, crema di mandorle o di nocciole, una fetta di torta fatta in casa o della frutta secca disidrata e una barretta biologica di sesamo. Il vero problema, tuttavia, non è cosa dare da mangiare ai bambini bensì cosa dare loro da bere: più della metà dei bambini a scuola beve succhi di frutta, tè o bevande di vario tipo che al di là della genuinità o meno del prodotto apportano calorie e zuccheri inutili a una merenda che può tranquillamente terminare con un po’ di acqua.

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Pan di Spagna vegan: una ricetta semplice anche per i più piccoli

Annosa questione: la mensa scolastica. Chiedere che al proprio bambino venga servito un menu vegetariano o vegano è una possibilità riconosciuta per le famiglie, ma come ci si può regolare per evitare che il bambino viva questa eventuale scelta in maniera negativa (ad esempio perché elemento di differenziazione dagli altri)?

Il mio consiglio è quello di rispettare l’esigenza del bambino, che normalmente desidera socializzare e sentirsi “uguale” agli altri. Quindi, nel concreto, direi sì a un menu differente qualora questo non rappresenti un ostacolo alla serenità del bambino e no, invece, quando questa diversità è vissuta con difficoltà emotiva. Le emozioni giocano sul corpo lo stesso squilibrio chimico e biologico di una pessima alimentazione. Non esiste veleno peggiore delle nostra nostra mente: tenerlo presente è altrettanto importante quanto tenere a bada ciò che i nostri figli mettono nel piatto.

È la regola che ha scelto anche per i suoi quattro figli?

Quando la mensa a scuola è diventata un problema per uno dei miei figli, ho scelto di non insistere su un menu particolare per lui lasciandolo libero di scegliere e di intervenire a casa nella integrazione dei nutrienti “carenti” nella mensa come verdure, frutta e semi oleosi. Oggi, tre anni dopo, è il primo a seguire un’alimentazione vegetale e integrale in ogni contesto in cui si trova.

Altri momenti delicati sia dal punto di vista pratico che psicologico possono essere i momenti conviviali: le feste di compleanno (la propria o quelle degli altri), la gita scolastica, il pranzo a casa degli amichetti. Come si comporta lei in queste situazioni?

Lascio sempre la libera scelta al bambino, se in età per farlo. Come mi è stato largamente spiegato, esistono due approcci differenti al problema di essere o meno rigidi in queste situazioni. Il primo è quello fisiologico (ovvero il seguire una alimentazione che “fa stare bene”), che si risolve con una trasgressione psicologicamente salutare, se richiesta dal bambino in una giornata di gioco e divertimento che nulla cambia all’impostazione bilanciata di tutti i giorni. Dall’altra parte, c’è l’approccio pedagogico: almeno entro i 5-6 anni i genitori devono mantenere un indirizzo chiaro, pena la confusione da parte del bambino su ciò che è giusto o sbagliato e l’innesco di una mancanza di fiducia in ciò che il genitore gli sta insegnando in casa. È il genitore che, in virtù del ruolo educativo che occupa, deve scegliere per il figlio fino a quando l’età lo renderà capace di capire la differenza tra trasgressione e insegnamento.

Ormai siamo quasi in inverno e sono già cominciati i primi malanni di stagione: 3 rimedi naturali che è bene tenere a mente per battere febbre, tosse e raffreddore?

Dobbiamo avere a cuore prima di tutto la nostra pancia e quella del nostro bambino. Quando inizia un raffreddore, la tosse o qualche linea di febbre la prima cosa che dobbiamo fare è non accanirsi contro il sintomo bensì curare la pancia, ovvero l’intestino, che per più ragioni non è stato in grado di difenderci. Quindi, via gli zuccheri e le farine bianche che ne aumentano la infiammazione e via libera a tutti quei rimedi naturali volti ad alcalinizzare il corpo, disinfiammare l’intestino e a riportarlo in equilibrio. Nella mia dispensa in questo periodo non manca mai il kuzu, pianta giapponese il cui amido è un potente antinfiammtorio dell’intestino, in grado di svolgere una attività tonificante del colon. Ho sempre anche lo zenzero fresco, potente disinfiammante naturale, che al bisogno faccio bollire in tisana o centrifugo per berne l’estratto. In generale, inizio il mio periodo regolare di cura e prevenzione dell’intestino con probiotici e prebiotici naturali, dal topinambur al miso, che uniti ai pasti sanno apportare il loro aiuto alle nostre difese intestinali.

Silvia De Bernardin

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