Svezzamento vegano: come fare?

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È una delle questioni più delicate che ruotano attorno al tema dell’alimentazione veg: lo svezzamento vegano. Lo sanno bene le mamme, per le quali non è sempre facile orientarsi tra indicazioni nutrizionali, educazione al gusto e risvolti sociali di una scelta in molti casi poco compresa non solo da parenti amici, ma anche da medici e maestre. E allora, come fare? Un pratico aiuto è “SVegzzamento 6-24 m vegetariano e vegano”, l’eBook della nutrizionista (e mamma vegana) Roberta Bartocci che analizza il tema dal punto di vista scientifico e sociale e offre una serie di spunti pratici e ipotesi di menu per gestire lo svezzamento veg dei bambini dai 6 ai 24 mesi. Ecco qualche consiglio utile per mamme e papà alle prime armi.

Perché svezzare veg

I motivi per procedere con uno svezzamento di tipo vegano sono molti, spiega Roberta Bartocci. I principali sono:

  • aumentare le probabilità di avere un’alimentazione sana in età adulta e un migliore stato di salute;
  • avere maggiori probabilità di tenere lontani i nostri figli dal cibo spazzatura;
  • crescere cittadini più responsabili in un mondo in cui l’allevamento è tra le principali cause di inquinamento e consumo di risorse;
  • rispettare la naturale inclinazione dei bambini, che mai farebbero del male a un animale.

La dieta di mamma e papà

Sembra scontato, ma non lo è affatto: la prima regola per un corretto svezzamento vegano o vegetariano è prendersi cura dell’alimentazione di mamma e papà: “A 24 mesi tuo figlio mangerà come i suoi genitori per cui – sottolinea Bartocci – è fondamentale che prima sia l’alimentazione di mamma e papà a essere ineccepibile poiché il traguardo sarà quello di dare a tuo figlio un’alimentazione sana che terrà per tutta la vita e questo potrà farlo solo con un buon esempio in casa”.

La scoperta sensoriale

Gli aspetti nutrizionali, durante lo svezzamento, sono importantissimi, ma non bisogna dimenticare che questa fase della vita del bambino è anche un momento di scoperta e di gioco: “Il tuo bambino è ancora un lattante, quindi alla copertura dei fabbisogni nutrizionali, fino ai 12 mesi, ci penserà prevalentemente il latte. I cibi che stai introducendo – spiega Bartocci – servono per abituarlo al nuovo mondo di sapori e odori. Stai impostando il suo rapporto con il cibo per il futuro”. È per questo motivo che, più il bambino “avrà confidenza con i sapori dei cibi naturali, meno sarà attratto dal cibo spazzatura”. Qualche indicazione pratica? Non lasciarsi ossessionare da tabelle nutrizionali e vivere lo svezzamento in modo naturale, giocoso ed equilibrato facendo mangiare il bambino, se possibile, a tavola con mamma e papà.

Le fasi dello svezzamento

Le regole principali da tenere presente durante le diverse fasi dello svezzamento sono:

Dai 6 ai 12 mesi:

  • le verdure vanno consumate private del tutto o in parte della fibra (quindi come brodo vegetale). La frutta, invece, può essere consumata a merenda comprensiva di fibre;
  • i cereali devono essere raffinati;
  • i legumi vanno consumati decorticati;
  • i cibi contenenti glutine vanno introdotti dai 7 mesi e limitando il frumento.

A 12 mesi:

  • si introduce gradualmente la fibra di verdure, cereali e legumi: a poco a poco si può dire addio al brodo vegetale!;
  • si iniziano ad assaggiare le prime verdure crude intere;
  • se si segue una dieta latto-ovo-vegetariana si può introdurre il parmigiano (massimo 1 cucchiaino).

Dai 18 ai 24 mesi:

  • il pasto è completo di primo e secondo: il brodo vegetale non è pià necessario;
  • le vedure crude possono essere mangiate quotidianamente.

A 24 mesi:

  • ormai è fatta: mamma, papà e bimbo possono mangiare le stesse cose;
  • verdure, cereali e legumi sono consumanti interi.

Da sapere

Dal punto di vista strettamente nutrizionale, è bene sapere che:

  • anche senza carne, l’apporto di proteine vegetali da legumi, cereali e frutta secca è più che adeguato per l’alimentazione dei bambini (il latte materno ha un contenuto di proteine molto basso, dell’1%, pari a quello di frutta e verdura);
  • con un’alimentazione vegetale serve meno calcio mentre si acquisisce un ideale apporto di magnesio, fondamentale per le ossa;
  • nella dieta vegana, fino ai 2-3 anni di vita, il giusto di apporto di vitamina B12 è garantito dal latte materno, dopo è necessario integrare, ad esempio con integratori in gocce.

E cioccolato e caramelle?

Ci sono cibi che possono fare male ai bambini? “Questo concetto non esiste da un punto di vista scientifico, se non in relazione alla quantità. La regola da seguire, quando si tratta di alimentazione infantile in particolare, è moderazione”, sottilinea Bartocci. “Da un punto di vista nutrizionale, una caramella ogni tanto non ha mai ucciso nessuno, specie considerando i risvolti sociali della cosa. Certo è che evitare del tutto i cibi spazzatura è senz’altro ideale”.

Come rispondere alle critiche

“Il contesto culturale richiede a mamme e papà veg una buona solidità per rispondere a provocazioni, piuttosto che a domande di sincera curiosità”, è il consiglio spassionato della nutrizionista ai genitori. “Ho capito – racconta – quanto è importante fidarsi del proprio istinto e non farsi travolgere da critiche inutili, soprattutto quando infondate”. Qualche dritta? Affidarsi a un metodo ben collaudato, confrontarsi con genitori che abbiano fatto la stessa scelta e informarsi per tempo, già durante la gravidanza.

“SVegzzamento 6-24 m vegetariano e vegano”
di Roberta Bartocci
Euro 4,99 (in vendita su iTunes per iPad e Mac e su Google Books per dispositivi Android).

Silvia De Bernardin

Il presente articolo non costituisce e non sostituisce un consulto medico. Qualora si decida di intraprendere un percorso vegano per lo svezzamento del proprio bambino è bene affidarsi ad un nutrizionista esperto in pediatria o ad un pediatra.
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