Salute e alimentazione veg: “Vanno garantiti gli stessi diritti”

Un congresso nazionale che si terrà a Novembre raccoglierà i maggiori esperti sul tema della medicina e della salute vegetariana e vegan con l’obiettivo di formare i colleghi, e pare ce ne sia un gran bisogno

Salute vegana

“Non c’è par condicio nella società e nella Sanità Nazionale fra chi sceglie un’alimentazione classica e chi sceglie, invece, quella vegetariana o vegana: questo deve cambiare”. A parlare è il dottor Paolo De Cristofaro, Presidente del Consiglio Direttivo della SINVE (Società Italiana di Nutrizione Vegetariana) che sarà protagonista insieme alla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV) di un congresso nazionale il 25 e il 26 Novembre a Giulianova che tratterà proprio del tema della posizione scientifica della comunità medica su vegetarismo e veganesimo, e della formazione dei medici stessi sul tema, una delle note più dolenti.

Il congresso è dedicato soprattutto agli operatori del settore per parlare di alimentazione veg: che obiettivi vi ponete?
Vogliamo aprirci al territorio, amplificare i segnali che arriveranno da questo congresso e uniformare l’approccio dei professionisti a questa materia così importante.

E’ fiducioso a riguardo?
Per molti anni mi sono occupato di temi legati all’alimentazione, ho lavorato anche nella Società Italiana dell’Obesità, e le dico che negli ultimi trent’anni c’è stato un allontanamento progressivo dal modello alimentare mediterraneo che è per l’80% vegetale. La scelta mediterranea è una sorta di dieta vegetariana allargata, la differenza corrisponde circa ad un 20%. Il modello mediterraneo non è affatto antagonista a quello vegetariano o vegano, è sinergico, anzi, le dirò, quello veg è il modello mediterraneo autentico. La classe medica non è ben formata in tema di alimentazione, ma le cose devono cambiare.

E’ importante che i medici siano formati sul tema “Che cosa mangio?”?
E’ fondamentale. La classe medica non è formata sulla nutrizione, è un fatto. Il primo vero passo avanti in particolare sul tema dell’alimentazione vegetariana e vegana è stato il documento della SINU che ha rotto un tabù. La domanda vegetariana e vegana da parte dei pazienti deve essere supportata scientificamente con degli enti appositi e con una formazione apposita. Ci dovranno esser dei punti di riferimento territoriali in cui è possibile essere seguiti con cura: ci deve essere il diritto alla cura con competenza anche per vegetariani e vegani. Questo già succede per chi sceglie un’alimentazione onnivora, perché non dovrebbe essere così per gli altri? In più deve essere supportata anche socialmente.

Che cosa intende con “socialmente”?
Ci deve essere una par condicio non solo “medica” ma anche nei ristoranti, negli alberghi, nelle mense pubbliche per lavoratori e studenti, in tutti i settori, insomma.

Da medico come vede il trattamento riservato alla scelta veg sui media?

Presentare come pericolose le persone che scelgono questa alimentazione, o imputare all’alimentazione vegetariana o vegana il fatto che alcuni che la seguono possono ammalarsi, è una vera cattiveria, oltre ad essere affermazioni totalmente infondate.

Lei che alimentazione segue?

Sono stato da sempre un vegetariano part-time fino a qualche mese fa, adesso sto passando definitivamente ad un’alimentazione a base vegetale; infondo il mondo vegetale è alla base della nostra alimentazione ed è connaturato alla persona.

Intervista a cura di Federica Giordani

 

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