Vegani: miti da sfatare (una volta per tutte)

Esistono pregiudizi duri a morire soprattutto quando una scelta alimentare va a minare le convinzioni di base che abbiamo sempre avuto e che non abbiamo mai messo in dubbio.

Miti veganiSuccede, ed è più che normale, che una scelta così importante e pervasiva come quella vegana porti con sé molte domande da parte di chi non ne sa molto. La cosa più importante (e anche più difficile) è evitare di iniziare a fare domande ammantate di pregiudizi. Ecco quindi alcuni miti da sfatare sul tema dell’alimentazione vegana.

1 – L’alimentazione vegana è povera di elementi, non si mangia nulla

L’alimentazione vegana è molto ricca, al contrario di quanto si possa immaginare. La sua base sono cereali (di ogni tipo, meglio se integrali), frutta, verdura, grassi vegetali e semi oleosi. La nostra alimentazione di base, se siamo onnivori consapevoli, è già per la maggior parte fatta di questi elementi, dato che carne, formaggi e uova, non dovrebbero essere gli alimenti principe da consumare tutti i giorni.

Per sfatare questo mito leggi qui: “La dispensa vegana: cosa mangiamo?

2- L’alimentazione vegana è “estrema”

Decisamente no. Chi sceglie di alimentarsi con uno stile vegano ha semplicemente fatto una scelta legata a motivazioni molto semplici. Che siano di carattere etico (non è necessario, infatti, mangiare carne, né derivati), o di carattere salutistico o ambientalista,  le motivazioni sono spesso molto semplici e derivano da una presa di coscienza di ciò che sta dietro al sistema di produzione mondiale di carne e derivati e del loro impatto non solo sulla salute degli animali e sulla nostra ma anche sull’ambiente.

Per sfatare questo mito leggi qui: “Diventare vegetariani o vegani: 10 consigli pratici”

3 – Mangiare vegano è pericoloso per la salute

Non esiste nessun pericolo per la salute seguendo una scelta alimentare vegana ben equilibrata. A dirlo, non siamo ovviamente noi bensì le linee guida internazionali e il nostro Ministero della Salute. Ferro, calcio e proteine sono tutte presenti nel mondo vegetale in ottime quantità.

Per sfatare questo mito, leggi qui: “Scelta vegana equilibrata: i consigli della nutrizionista”

4 – L’alimentazione vegana non è adatta ai bambini

Anche in questo caso si tratta di un errore. Molti pediatri hanno più volte ribadito che un’alimentazione vegana per i bambini, anche in fase di svezzamento è possibile se ben pianificata con un pediatra e/o un nutrizionista esperti. Questo non significa che questo non debba succedere per un’alimentazione classica: anche in quel caso il controllo e l’equilibrio nella scelta degli alimenti sono fondamentali.

Per sfatare questo mito, leggi qui: “Scelta vegana per i bambini: il pediatra risponde a tutti i dubbi”

5 – Se la vitamina B12 non si trova negli alimenti vegetali, allora vuol dire che quella vegana non è una scelta naturale e normale

Vediamo cosa scrive a proposito la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana: “La vitamina B12 non viene prodotta dalle piante, né viene prodotta dagli animali. In natura sono i batteri presenti nel terreno o nelle acque a produrre la vitamina B12, e quindi i vegetali così come si trovano in natura (e così come l’umanità li ha sempre consumati quando viveva in uno stato di natura) contengono B12 da contaminazione batterica. Altro motivo per cui non è innaturale assumere la vitamina B12 di sintesi batterica ed è invece molto più innaturale assumere quella depositata nella carne degli animali o nei latticini e uova, è che anche per gli animali vale la stessa considerazione fatta per noi umani: anche loro non mangiano più in maniera “naturale” e non sono quindi in grado di assumerla dal cibo, ma devono anch’essi assumerla da integratori addizionati ai loro mangimi.” Anche i vegetariani devono integrare la B12, questo secondo un altro documento ufficiale della Società di Nutrizione Umana Italiana.

Per sfatare questo mito leggi qui: “Integrare la B12 non è innaturale” e “I vegetariani devono integrare la B12

6 – Se tutto il mondo fosse vegano, la terra sarebbe popolata da migliaia di animali, quindi non è normale.

Secondo alcuni dati attendibili gli animali da reddito allevati sul nostro pianeta sono 70 miliardi. Questi numeri non sono “naturali” bensì sono il frutto delle modalità di “produzione” degli animali creato dall’allevamento intensivo che forza la natura facendo in modo che gli animali procreino a ritmi innaturali per essere poi uccisi molto giovani. Una mucca vivrebbe in media 20 anni ma viene macella a 10/24 mesi circa. Un maiale ne vivrebbe 15 e viene macellato a 12 mesi, un coniglio vivrebbe 10 anni, ma viene ucciso a 40 giorni. Questo fa capire che ritmi e consuetudini della natura sono stravolte e che non ci sarebbe nessuna invasione. Secondo punto è davvero difficile che l’intera popolazione mondiale diventi totalmente vegana talmente velocemente da poter creare una situazione di invasione. Quindi, tranquilli.

Per sfatare questo mito leggi qui: “Ecco come funziona e cosa significa l’allevamento intensivo

7 – Anche le piante soffrono, quindi non dovremmo mangiare nemmeno quelle

Ci sono molti studi, alcuni dei quali ancora in corso che hanno determinato una complessità “cognitiva” delle piante ma questa non può essere in minima parte paragonata a quella del più piccolo degli animali. L’etologia ha da sempre affrontato la questione della realtà cognitiva degli animali, dimostrando oltre ogni ragionevole dubbio la capacità degli animali (anche quelli da allevamento) hanno sensibilità, sentimenti e capacità di costruire relazioni spesso molto simili a quella umane. Sta di fatto però che, se anche così non fosse, la nostra volontà di analizzare il comportamento animale in base al fatto che questo rispecchi o meno comportamenti simili a quelli umani è già di per sé sbagliato e sinonimo di specismo: noi decidiamo che una mucca può essere macellata da viva e privata dei suoi piccoli pochi minuti dopo il parto solo perché stabiliamo che non si comporta come noi? Gli animali e la loro individualità va analizzata sulla base delle loro caratteristiche etologiche precipue e non sulla base del nostro concetto di “bene”, “male”, “capace di amare”, “Capace di soffrire”.

Per sfatare questo mito leggi qui: “Animali come cose? E’ solo miopia umana”

8 – I vegani vogliono imporre il proprio modo di mangiare anche ai bambini: è una violenza

Non esiste una scelta alimentare che non sia “imposta” in famiglia, ma non si tratta di un’imposizione bensì di educazione: i bambini imparano le abitudini e spesso anche i gusti dai propri genitori. E’ il motivo per cui se in una famiglia mamma e papà odiano i broccoli, difficilmente un bambino li adorerà almeno fino a quando non avrà occasione di provarli fuori casa e di, eventualmente, apprezzarli. La stessa cosa vale per un’educazione alimentare vegetariana o vegana che è la normalità in una famiglia che l’adotta. Fortunatamente non è più un problema nemmeno a scuola (o almeno non sempre) avere un menu dedicato come succede per chi è allergico a qualche cibo o per chi segue una dieta particolare per motivi religiosi. Inoltre, come spiegavamo prima non c’è nessun pericolo per i più piccoli, quindi, no, non c’è nessuna violenza.

Per sfatare questo mito leggi qui: “Io papà vegano vi dico, mio figlio sta benissimo”

9 – La scelta vegana costa molto, non tutti se la possono permettere

Questo è un pregiudizio abbastanza comune e non fondato o meglio fondato sul fatto che gli alimenti già pronti che si trovano al supermercato dedicati ai vegani hanno prezzi che appaiono più alti della media e spesso è così. Questo succede anche per l’alimentazione biologica che è da preferirsi in molti casi quando si ha un approccio più attento a quello che si porta in tavola.
Sta di fatto che frutta, verdura, cereali e semi oleaginosi che sono alla base dell’alimentazione vegana non hanno prezzi esagerati e quando si sceglie l’alimentazione biologica (che costa di più) lo si fa per la propria salute e non per una moda. Una grande tattica è quella dell’autoproduzione: biscotti, merende, piatti pronti (già preparati e da surgelare, come burger e polpette vegetali) sono una buona idea per abbattere i prezzi alti delle preparazioni da acquistare già pronte.

Per sfatare questo mito leggi qui: “Il menu completo e vegan low cost

10 – “I vegani che ho conosciuto sono tutti estremisti”

E’ necessario anche porre attenzione al concetto di “estremo”: se estremo significa mangiare diversamente, non mangiare formaggio o latte, scegliere di non voler contribuire da consumatore attivo all’industria della carne, allora c’è un problema di base sul termine “estremo”. L’estremo è ciò che è lontano dal sentire comune ma in questo caso il sentire comune (ossia che il mangiare carne sia naturale e normale) non è la verità. Quindi non esiste nessun estremismo, ma una scelta consapevole e possibile senza nessun danno alla salute. Se l’estremismo sta negli atteggiamenti e nella eventuale violenza verbale, purtroppo questo rientra nei comportamenti dei singoli, ricordando però che scelta vegana e vegetariana sono ciò che dovrebbe essere più lontano in assoluto dall’aggressività.

Per sfatare questo mito leggi qui: “Mangiare carne non è “normale”: ecco perché

 

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